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Le parole di Beppe Marotta sulla Superlega, intervenuto alla presentazione del libro "Le nuove guerre del calcio" del giornalista Marco Bellinazzo:

"La Superlega è partita in modo embrionale, con parecchie squadre della Premier che si sono sfilate subito. Non è altro che un grido di allarme, oggi con tre società rimaste, relativamente a concetti chiari: ricerca di sostenibilità, anzitutto. Ma anche competitività, in uno scenario europeo dove i modelli diversi dalla Premier sono in difficoltà, fatta eccezione per quello tedesco che ha delle regole molto particolari quanto alla proprietà: nel territorio c'è un connubio forte tra popolazione e società di calcio. Sono fenomeni che reggono ancora, mentre Italia, Spagna e Francia sono in grande difficoltà. Ma tutto ruota attorno allo spettacolo: se è scadente, non si va a vedere, vale nel calcio come nel cinema o nel teatro. Si paga il biglietto se c'è un coinvolgimento emotivo: la fede verso la squadra è un dogma, il vero tifoso ti segue anche se vai in C, ma la maggior parte dei tifosi sono quelli di seconda fascia, cioè quelli che vogliono essere coinvolti nello spettacolo. Dobbiamo cercare sostenibilità e un modello organizzativo in cui possono esserci anche degli investimenti stranieri, che sono necessari. Ma se i fondi arrivano è perché portano cassa: vuol dire che noi oggi non ne abbiamo".