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Claudio Marchisio, a Tuttosport, parla di tutto e soprattutto di Juve.

DA GRANDE - "Ho le mie attività e seguirle mi impegna parecchio. E il calcio? Fare l’opinionista mi piace molto. Mi basta questo. Per ora". 

NAPOLI-JUVE - "Dipende da ognuno di loro. Dalla concentrazione, dallo stare sul pezzo, dal carattere che riesci a mettere sulla partita. Al di là della condizione atletica, della tattica, della tecnica. Non devi sbagliarla a livello di testa e di cuore. Anche perché se perdi colpi, in situazioni del genere puoi anche prendere delle saponate storiche. Ma devi andare lì, compatto e convinto, senza pensare troppo". 
 
ALLEGRI VALORE AGGIUNTO - "Certamente! E’ uno che sa benissimo come rimettere in carreggiata tutti, amalgamare il gruppo e non pensare al calendario e a cosa è successo prima. Isolare la partita dal contesto. Non devono pensare al punto in classifica, solo al Napoli e a vincere. Panico in caso di sconfitta? No, non deve scattare. Ma siccome conosco l’Italia calcistica so che qualcun altro, il panico, lo instillerebbe. Processi, condanne, critiche feroci. Tuttavia alla Juventus sono abituati e saprebbero gestire la situazione che, senza ombra di dubbio, sarebbe complessa con un punto in tre partite. Poi bisogna capire come si perde. Per me l’importante è vedere la Juventus di Udine: dura e cinica, presente a se stessa. Voglio vedere quella partita".

LOCATELLI - "Manuel è una mezzala. Per me può anche stare davanti alla difesa, però più da filtro, da schermo, perché anche in Nazionale lo vedevo dare una mano a Jorginho, ma più in fase di interdizione che di costruzione. Quindi io lo vedo meglio come mezzala che entra negli spazi, si inserisce e conclude anche a rete, sfruttando le sue caratteristiche. Come Bentancur, peraltro. Perché lo spostamento davanti alla difesa nell’anno di Sarri gli ha forse impedito l’ultimo passaggio per diventare una grande mezzala, come aveva fatto intravedere l’anno precedente con Allegri". 

ARTHUR - "Ma si può anche giocare a due, anzi sono sicuro che Allegri ci abbia anche già pensato. Arthur può essere una soluzione, anche molto interessante, viste le qualità del giocatore, ma deve tornare ed essere subito disponibile e pronto a prendersi le chiavi della squadra. Quest’anno la Juventus non può aspettare nessuno, è troppo importante fare risultati".

PESA PARAGONE LOCA-MARCHISIO - " Ma no! Manuel si è già bruciato una volta con il Milan e ha avuto la forza e l’umiltà di ricominciare dal basso e da lì conquistarsi la Nazionale e ora la Juventus. Non credo che debba pensare ai paragoni con me o con altri, deve essere Locatelli e basta, stare dieci anni alla Juventus e ispirare altri ragazzi, come è capitato a me". 

GRINTA - "Come umanità e come grinta, sì. Ma non basta. Poi vai in campo e devi dimostrare altro e questa è una stagione complicata. Forse anche più complicata di quella con Pirlo l’anno scorso, quindi entra in un contesto non semplice, ma avrà grandi insegnanti come Chiellini e Bonucci. Però sono ottimista: Locatelli, così come Bernardeschi, Chiesa e magari anche Kean possono formare il nuovo zoccolo duro italiano che porti avanti la tradizione vincente. Le premesse ci sono".

CHIESA SPIRITO JUVE - "Vero. Lui è già molto determinante. Ha qualità fisiche straripanti. Quando parte è micidiale. L’anno scorso mi divertiva vedere come Ronaldo la desse subito a lui, che riusciva a portare la palla molto velocemente in area. Era come se gli dicesse: vai avanti, che io arrivo con più calma per concludere. E spesso, effettivamente, Federico portava il pallone fino all’area avversaria. Deve però migliorare nella visione di gioco. Non tiene ancora il campo nel modo giusto, nelle partite difficili, preparate bene dagli avversari che magari sono a specchio. Non riesce a trovare la sua posizione, ma ha il tempo e la determinazione per imparare. Anche da Chiellini". 

MATURAZIONE KEAN - "Sì, l’ho visto più determinato e concentrato. La mancata convocazione all’Europeo è stata una bella scoppola e il ritorno alla Juventus per lui è la grande occasione, non credo che la sciuperà. E’ uno che ha fisicità e scatto, vede la porta, forse non è tanto prima punta. E’ una stagione chiave per lui, conto sulla sua voglia di riscatto". 

MORATA - "Certo! E’ uno che segna sempre gol pesanti. Anche lui, tuttavia, si trova davanti a una stagione nella quale cambiare definitivamente marcia. Trovare la continuità che spesso gli è mancata, mostrare più cattiveria agonistica nel corso della stagione. E’ arrivato a un’età nella quale un grande campione inizia il periodo migliore, quello che poi rimane nella storia. Deve esserne consapevole e sfoderare l’annata migliore della sua carriera". 

DYBALA - "Certo, molte responsabilità ricadranno su Paulo, inevitabilmente. E lui lo sa. Sì, ci sentiamo ogni tanto. Ho capito che lui è perfettamente consapevole di cosa lo aspetta. E si sente in debito nei confronti della Juventus per la scorsa stagione. Deve essere l’anno in cui diventa affidabile". 

RONALDO - "Dipende molto dal progetto di Allegri perché, senza CR7, perdi tanti gol e un giocatore di spessore davanti. Adesso cambia e forse ci sarà un po’ di equilibrio maggiore in tutti i reparti. E davanti devono sentirsi più responsabilizzati per sopperire ai 35 gol, per quanto devono incrementare la quota gol anche i centrocampisti. L’Inter insegna che lo scudetto si vince anche con i gol che arrivano da lì: Barella, Brozovic, Eriksen hanno segnato gol pesanti nel finale di stagione".