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Claudio Marchisio ha parlato in diretta sul suo profilo Instagram raccontandosi a tutto tondo, dalla decisione del ritiro al presente: "Il cambiamento da giocatore ad ex non è stato violento, perché la scorsa estate ho avuto tutto il tempo per pensarci bene e vedere come il corpo rispondeva all'ultimo infortunio. E' stato meno malinconico rispetto al classico ritiro con partita d'addio". Oggi Marchisio è entrato nel mondo del futsal (QUI i dettagli): "E' un'altra realtà dove sto portando avanti nuovi sogni insieme ad altre persone. In più, da qualche anno sto lavorando nella ristorazione".

COVID-19 - "Non si può passare del tempo con le persone anziane, che potrebbero raccontarci molto di quello che hanno vissuto quando la vita era più lenta e quando c'erano crisi vere. E' un peccato che questo rapporto tra giovani e anziani adesso non si possa rafforzare, ma non possiamo incontrarli per non metterli in pericolo".

IL CALCIO -  "La cosa più bella quando sono arrivato tra i professionisti è stato giocare in uno stadio vero davanti a tanti tifosi. La grande emozione per un calciatore è vedere il tifoso che festeggia dopo un gol. Per un giocatore avere interesse da altri grandi club è motivo d'orgoglio e fa riflettere anche sul cambiare squadra o Paese. Le bandiere? Non è necessario rimanere tanti anni in una squadra per esserlo, il tifoso si lega anche a un giocatore che non rimane molto tempo in un club ma per quella maglia dà tutto. Penso a Tevez, che alla Juve è stato due anni ma come vittorie, giocate e leadership ha dato tantissimo. Il mercato? In Italia abbiamo sempre avuto grandi calciatori da Francia e Germania, meno da Spagna e Inghilterra e fino a qualche anno fa anche di italiani all'estero non ce n'erano molti. Ora la globalizzazione ha allargato gli orizzonti, andare in un altro Paese è anche una sfida con se stessi".