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Che poi, come la vuoi definire una bugia così argomentata? Malafede, sì. Niente di più, niente di meno di uno stomaco che brontola d'invidia e partorisce valse verità. De Ligt tra i flop europei: lo recita Marca. Dispiace che venga da Madrid, dove la parzialità non è certo la regola del giornalismo di quartiere, ma dove il talento da sempre è riconosciuto come merita. Forse - e neanche forse - proprio quel talento di Matthijs de Ligt per loro stona se al blanco qualcuno ha aggiunto il nero, portandolo a Torino e non al Bernabeu. 

Chiaramente, illazioni. Giochiamo con le parole, ma non sulla verità dei fatti: chi pensa - come Marca - che De Ligt abbia fatto e stia facendo una stagione da dimenticare, semplicemente non l'ha visto giocare. L'olandese non solo è dominante in campo, ma si è già dimostrato in grado di guidare da leader assoluto un reparto fortissimo. Convivendo con Bonucci, per mille versi pure migliorandolo. Il flop, onestamente, è difficile da vedere. 

Lo ha detto Sarri, lo ha ripetuto anche oggi pomeriggio Matthijs: serviva tempo ed era normale. A un ragazzo di vent'anni, perdonare una stagione sarebbe stato tutto fuorché anormale: De Ligt ci ha messo appena un paio di mesi, tempo di capire come funzionano le richieste di Sarri e di mettere in lockdown soprattutto la sfortuna. Poi, d'imparare l'italiano, assieme alla sua AnneKee, perché a Torino si vede decisamente a lungo. E questo sarebbe un flop? Macché: questa è solo malafede.