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Non ce ne voglia Manuel Locatelli, ma lui è l’immagine plastica del difficile momento della Juventus: non inteso nell’ultima crisi di risultati, ma nel senso più ampio di una crisi di identità di un club che sta ricostruendo e nel farlo cerca di ritrovarsi. È l’immagine della frustrazione e dello smarrimento dei tifosi. In quale altro momento, se non in questo di grande difficoltà, chi occupa le tribune dell’Allianz Stadium si sarebbe ritrovato a fischiare non solo un giocatore, ma un tifoso in campo di Madama. Uno che, comunque, ha sempre dimostrato attaccamento e impegno.
 
Ma l’impegno non basta e le prestazioni del centrocampista sono spesso state deludenti. Ancora di più se si guarda indietro e si pensa all’esborso fatto per strapparlo al Sassuolo: circa 40 milioni, frutto di una trattativa che assunse i tratti della telenovela estiva. Fu un abbaglio dell’allora dirigenza? Che fine ha fatto il Manuel Locatelli del Sassuolo “dezerbiano”, quello che poi fu pedina centrale dell’Italia campione d’Europa? Possibile che il talento possa svanire così, come fosse polvere sulla scrivania che vola via al primo soffio? Come spesso accade, le risposte ad un evento sono molteplici, così come le cause. A meno che non si voglia credere alla teoria di Space Jam, al talento rubato che – puf -, scompare all’improvviso.


 

Manuel Locatelli, dal Sassuolo alla Juventus: la posizione in campo


 
Appare evidente “a occhio”, senza bisogno di avvalersi dell’aiuto dei grafici. Ma per andare nel profondo, per comprendere, numeri e mappe sono essenziali, oltre l’impressioni visiva. L’ultimo Manuel Locatelli del Sassuolo, stagione 2020/2021, calpesta parecchie zolle di campo nella metà campo offensiva – come si può notare dalle heat map di Sofascore, ovvero le mappe del campo che fanno emergere le posizioni medie del giocatore -, è un calciatore dalla forte propensione offensiva, insomma.
 
Negli anni della Juventus, invece, abbassa di molto il suo baricentro. La densità nella seconda metà di campo diminuisce, mentre aumenta quella nella zona davanti alla difesa. Come dicevamo: tutto questo si nota anche a “occhio nudo”, è evidente come Locatelli abbia cambiato ruolo e compiti in campo e, in bianconero, si sia trasformato in mediano davanti alla difesa a fare da schermo alla linea arretrata.


 

Manuel Locatelli, dal Sassuolo alla Juventus: i numeri


 
A rendere ancora più evidente la trasformazione di Locatelli sono i numeri, questa volta presi dal sito specializzato Fbref. Nel 2020/2021, il centrocampista completava 10.15 passaggi nell’ultimo terzo di campo in 90 minuti. Nella stagione 2022/2023 si dimezzano e arrivano a 5.30, per risalire leggermente nella stagione in corso e attestarsi, al momento, a 7.04; comunque lontano dall’ultima stagione a Sassuolo. Altro dato è quello dei passaggi chiave per 90 minuti (che portano ad un tiro): 1.19 nel 2020/2021, 0.81 nel 2022/2023, 0.82 nel 2023/2024. Calano anche i passaggi in area di rigore per 90 minuti: 1.09 nel 2020/2021, 0.48 nel 2022/2023, 0.92 nel 2023/2024. Altro dato interessante è quello dei tocchi di palla per 90 minuti nella trequarti offensiva: 16.20 nel 2020/2021; 10.41 nel 2022/2023; 9.56 nel 2023/2024.
 
Insomma, i numeri insieme alle heatmap ci aiutano a inquadrare quello che dicevamo: Manuel Locatelli, nelle ultime stagioni, ha progressivamente abbassato il proprio baricentro, quasi scomparendo in fase offensiva per giocare molto più basso a centrocampo. E perdendo così, per esempio, una delle caratteristiche che lo hanno messo in mostra da quando era giovanissimo, il tiro che, nei 90 minuti, scende dall’1.22 del 2021/2022 fino ad arrivare allo 0.49 del 2023/2024.
 
Pressoché invariata, al netto di alcune differenze, è la capacità di distribuzione del pallone. Prendiamo in considerazione le percentuali di passaggi completati (87.1%, 81,8%, 85,2%); passaggi brevi completati (93,7%, 87,4%, 90,7%), passaggi medi completati (90%, 87,8%, 91,1%), passaggi lunghi completati (68,2%, 68%, 71,2%).


 

Manuel Locatelli, dal Sassuolo alla Juventus: cosa è successo


 
E quindi, in conclusione, no: non crediamo alla teoria di Space Jam. Non crediamo al talento che improvvisamente sparisce e non crediamo ci sia bisogno di uno speciale match all’Alliaz Stadium contro una sgangherata banda di alieni per recuperarlo. Ci sono delle cause, molteplici, all’involuzione di Manuel Locatelli che, negli ultimi anni, è stato preso come uno dei centrocampisti più promettenti del panorama italiano, capace di dare il suo apporto alla manovra e alla fase offensiva, per diventare una sorta di flop da mediano davanti la difesa.
 
Questione di compiti in campo, di contesto, di come gira la squadra intorno a lui. Questione di personalità, di errori che si accumulano così come i nuvoloni neri nella testa. Diversi i motivi che fanno da contorno alla parabola discendente di Locatelli: colpe anche sue, sia chiaro, ma la sensazione è che abbia anche un bel bagaglio di alibi da presentare, ogni volta che i tifosi lo chiamano fischiando sul banco degli imputati.