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Sarebbe il soggetto perfetto per un film. Una storia che piacerebbe perché capace di incantare, sorprendere, tenere in ansia e anche commuovere. Una vicenda che scorrerebbe sul filo della realtà alternata alla fantasy, con l’aggiunta di quel pizzico di magia che non guasta mai. La vita e le opere di due ragazzi che si incontrarono sul un campo di calcio di una città di mare e che non si lasciarono più, almeno emotivamente, trasformandosi da colleghi e amici in fratelli.

Intorno a loro tutta una serie di personaggi, buoni e discutibili oppure saggi e squinternati, come richiede la narrazione di una favola moderna. Le canzoni dei Beatles a fare da colonna sonora. Quelle più allegre e rock, giuste per una festa, ma anche quelle struggenti che rendono l’atmosfera agrodolce. Non mancherebbe proprio nulla per realizzare un capolavoro popolare.

I protagonisti sono loro due. Roberto Mancini e Gianluca Vialli. La coppia più seducente e autenticamente solidale del calcio contemporaneo. Gli indivisibili ai quali non servono le parole per capirsi. Basta uno sguardo. Rarissimo esempio di fratellanza inossidabile persino bizzarra per due anime diverse come le loro. Ma è proprio in questa diversità di carattere che si trova la chiave per interpretare il loro rapporto che ha sempre scavalcato la semplice colleganza professionale per andarsi a collocare nella dimensione dell’amicizia e della complicità allo stato puro.

Subirono, loro malgrado, la violenza della separazione una sola volta. Quando Luca Vialli venne costretto ad abbandonare quella sorta di parco delle meraviglie che, insieme con Mancini e tanti altri bravi ragazzi, aveva contribuito a creare in quella città di mare. La Sampdoria allestita da un architetto geniale come Paolo Mantovani e gestita da un direttore artistico, Vujadin Boskov, che non era un allenatore ma un saggio e divertente filosofo. Fu la Juventus a separare la coppia la quale, da quel giorno, non tornò più a lavorare insieme ma che, non per questo, interruppe il magico collegamento umano ed emotivo.

Ora i due fratelli avranno l’opportunità di riunirsi nella casa più bella del calcio italiano. L’idea del presidente Federale Gravina è stata lodevole e di grande impatto. Luca Vialli, in vista dell’Europeo prossimo venturo, sarà l’immagine vivente e operativa della nostra nazionale alla quale Roberto Mancini ha saputo conferire una nuova immagine e un’identità internazionale che erano andate scolorendosi negli ultimi anni e che non rendeva il giusto meritò al pallone azzurro.

Anche il destino, se vogliamo, ci ha messo del suo travestendosi da buffo personaggio. Se, infatti, il pirotecnico Ferrero avesse deciso di accettare il passaggio di mano della Sampdoria, Vialli oggi sarebbe in ben altre faccende impegnato e non avrebbe potuto salire sulla nave dell’Italia per affiancare il fratello ritrovato. Un film al quale, dunque, non mancherà neppure quel lieto fine che sempre commuove. Perché questo nuovo impegno sicuramente provvederà a potenziare gli effetti della chemio che Luca è costretto a subire nel tentativo coraggioso di annientare la bestia che lo ha aggredito. E, se tutto andrà come ciascuno spera, i titoli di coda di questo capolavoro in fase di realizzazione annunceranno la produzione di un nuovo remake. Intanto l’incasso al botteghino è già garantito.