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Dieci punti di penalizzazione per il processo plusvalenze. E' questa la stangata arrivata, per l'ennesima volta in questa stagione, sulla testa della Juventus a pochi minuti dal fischio d'inizio della gara contro l'Empoli. E che il club sta provando ad assorbire, decidendo anche come replicare. Intanto, la squadra di Allegri con il tecnico in testa e i tifosi si fanno una domanda: «Perché dobbiamo pagare noi?». Da Max alla squadra, il sentimento è unico e porta a questa domanda: “Ma per quale ragione ci tolgono ciò che è stato conquistato sul campo se i reati contestati, tra l’altro in maniera criptica e asimmetrica rispetto alle altre squadre, sono di tipo amministrativo e quindi non c’entrano con i risultato ottenuti in campo?”. E una risposta soddisfacente non arriva, perché - scrive Tuttosport - rimane la sensazione di fondo d’ingiustizia e le domande si moltiplicano. E diventano: “perché le plusvalenze degli altri non sono state punite?”, “perché non è stato spiegato come sono stati calcolati i 15 o i 10 punti?”, “perché il procuratore federale Chinè nella sua prima richiesta di pena si è preoccupato di precisare che la Juventus doveva finire dietro la Roma entrando nel merito del quantum per ciò che concerne l’afflittività?”. Ce n’è abbastanza per sentirsi vittime di un complotto o perlomeno di un meccanismo persecutorio nemmeno lontano parente del concetto di base che dovrebbe ispirare la giustizia ovvero quello dell’oggettività abbinata all’equità, scrive il quotidiano. E anche per perdere la serenità di una classifica che è cambiata in continuazione.