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Lui lo scelse, lui consigliò di farlo esordire. Nell'ottobre del 1995, Mircea Lucescu, durante la sfida contro l'Ipswich nel torneo anglo-italiano, scelse di lanciare il giovane Andrea Pirlo e di cambiargli la carriera. A 15 anni in prima squadra, a 16 in campo. E questa sera, alla prima da allenatore in Champions saranno di fronte. Lucescu ne parla così a la Gazzetta dello Sport: "Andavo sempre agli allenamenti dei giovani al campo San Filippo, a Brescia, e appena notai come si muoveva e toccava la palla quel ragazzo mi resi conto che dentro di lui c'era un campione. Poi ci fu il Viareggio: Andrea ci andò sotto età ma non giocò e io che ero arrivato lì a vederlo notati quanto fosse deluso, così lo riportai a Brescia in macchina. Un viaggio di tre ore, provai a parlargli e dargli fiducia. E cominciai a chiamarlo con la prima squadra, lo volevo sempre con noi. Lo proteggevo, volevo far crescere quel talento. E alla fine uscì il campione. Merito suo, ovviamente". 

IL RAPPORTO - "Non ho mai dovuto bacchettarlo. Qualche discussione c'era, mai i litigi: consigli su cosa fare, piuttosto. Di recente non l'ho sentito, ho voluto lasciarlo tranquillo. Ma sono felicissimo per lui. Glielo dicevo prima: in campo aveva equilibrio oltre a un gran senso della giocata, qualità che lo aiuteranno pure in panchina. Allenare non è solamente tattica, ma anche istinto. Lui lo aveva, sentiva la partita. E anche un allenatore deve sentirla...".

LA SFIDA CON L'IPSWICH - "Litigai con Luzardi, che era arrabbiato perché avevo messo in campo il ragazzino. 'Questo ragazzino ha davanti un gran futuro, tu non so...', urlai. Cose da spogliatoio, capitano".