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Se c'è una persona che può davvero parlare di Andrea Pirlo, quello è Mircea Lucescu. Sì perché prima ancora dei vari Mazzone e Ancelotti, che si contendono la palma di plasmatori del Pirlo grande regista, c'è stato un Lucescu che, da allenatore della prima squadra, ha seguito lo sviluppo del giovane Andrea nelle giovanili del Brescia a metà anni Novanta. E per un bell'incrocio del destino, il vecchio e il giovane maestro si affronteranno nel girone di Champions League, quando Juventus e Dinamo Kiev giocheranno l'una contro l'altra il 20 ottobre e il 2 dicembre.

Ecco alcune dichiarazioni di Lucescu nell'intervista rilasciata a Tuttosport:

IL PRIMO RICORDO DI PIRLO? - "La Coppa Anglo-Italiana, quando feci giocare il Pirlo ragazzino nel Brescia. La partita terminò in pareggio e al rientro negli spogliatoi Luzardi mi domandò contrariato perché avessi schierato quel giovane di nome Pirlo. Risposi così: 'Andrea diventerà un grande giocatore, tu non credo.'"

I PARAGONI CON GUARDIOLA E ZIDANE - "Può diventare come loro e glielo auguro. È stato un campione e può diventare un grandissimo allenatore. Pensavo questo di lui e del Cholo Simeone, che allenai a Pisa. Pirlo aveva un carattere diverso, ma era carismatico e di gran personalità. Era decisivo, non ci stava mai a perdere e rispetto ai compagni era calcisticamente superiore. Se la società lo ha scelto, sa cosa lui può dare e lo supporterà."

COME GIOCHERÀ LA JUVE DI PIRLO - "Mi aspetto un gioco offensivo, di dominio. Andrea era maestro dei passaggi e punterà molto su questo aspetto. Da giocatore sembrava solo istinto, ma la realtà era un'altra: da ispirato è divenuto creativo. E quando lo diventi, ti resta nel dna. La sua Juventus sarà creativa."

SU RONALDO E CHIESA - "È come Maradona. Dà un'impronta alla squadra in cui gioca. Affrontare CR7 è sempre preoccupante, lui ama il gol come nessun altro al mondo e ha una determinazione unica. Più che a ingabbiarlo, proveremo a limitarlo di squadra. Il problema è che questi campioni sono fenomenali nello sparire per aprire gli spazi ai compagni. E quando hai di fronte la Juve, oltre a Cristiano ti trovi gente come Dybala, Morata, Kulusevski,... e Chiesa, che è complementare a Ronaldo perché attacca la profondità. I top club hanno bisogno di campioni complementari."

SU DOUGLAS COSTA - "Lui mio pupillo ai tempi dello Shakhtar Donetsk? Mi spiace non ritrovarlo ed abbracciarlo, alla Juve avete visto il 60-70% del suo potenziale. Purtroppo gli infortuni non gli hanno permesso di esprimersi con continuità. Poi forse era un po' simile a Dybala, non erano complementari."

SU DEMIRAL - "Merih l'ho portato io in nazionale quando ero c.t. della Turchia. Adelio Moro, mio collaboratore a Brescia ed ex osservatore dell'Inter, venne in Turchia a visionarlo per i nerazzurri. E Zamorano una volta mi chiamò per conto di Zanetti: lo volevano anche loro. La Juve però si è dimostrata più svelgia di tutti."

SU BUFFON - "Lui un mio quasi giocatore? Sì, portare Gigi in Ucraina sarebbe stato un colpo tecnico e di immagine per lo Shakhtar (che Lucescu ha allenato per ben 12 anni, ndr) un po' come CR7 per la Juventus. Dopo la partita di Champions del 2012 parlammo più volte con il suo procuratore e credo che lui fosse tentato. Purtroppo alla fine il mio presidente non se la sentì."

SU BARONIO - "Pirlo e Baronio erano i miei pupilli. Erano sempre insieme, inseparabili. Sono grandissimi amici e non mi stupisce che Andrea abbia voluto Roberto nel suo staff."