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Locatelli, vale la pena? Il giocatore ha indubbie qualità. Costanza di rendimento, ordine, visione e anche - lo ha dimostrato recentemente - capacità di stare sulla scena internazionale. Soprattutto dimostra doti di carattere: la testa sulle spalle e la duttilità al servizio dell’allenatore. È giovane, ha margini di miglioramento. Forse non riempie gli occhi, non è un tipo alla Vidal, non possiede gli strappi di Davids, la prepotenza progressiva di Pogba e, per guardare in casa d’altri, il dinamismo di Barella. Ma potrebbe coprire egregiamente quel buco, ormai endemico, davanti alla difesa.

Detto questo, l’impressione è che la Juventus, se non incartata, sia di fronte a un’impasse ovvero una situazione complicata di cui non s’intravede facilmente una soluzione. Chi mena la danza è il Sassuolo perché sembra che la Società bianconera non abbia alternative. Da troppo tempo ha puntato Locatelli, lanciando un messaggio che quando è troppo perentorio, risulta quasi sempre dannoso in fase di trattative: o lui o…? Appunto, quando il compratore non pare avere altre scelte il venditore alza il tiro. Prima 30, poi 35, poi 45 con i bonus, poi quanti milioni? Unica concessione: il pagamento in due rate, perché c’è l’obbligo di riscatto e nemmeno una contropartita tecnica.

La sola freccia all’arco juventino è la volontà del giocatore che ha fatto capire come per lui non ci siano alternative: niente Arsenal, solo Juve, nessun’altra squadra. Ma queste opinioni, alla vista d’un buon contratto e coi consigli del procuratore, cambiano in fretta.

Insieme a Ronaldo (lui decide), Locatelli o meglio il Sassuolo è il secondo scacco che la Juventus sta subendo in contemporanea. E quando il re viene minacciato da due pezzi, non è detto che ci sia il “matto”, ma la situazione si fa seria. Sulla scacchiera, poi, di pezzi bianconeri pregiati per rinforzare il centrocampo o, più in generale, per far cassa ce ne sono davvero pochi, a meno d’indebolire notevolmente la squadra. E allora, altro che scacco: non ci sarebbe partita.