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Due sono i dati essenziali da ricavare dopo la partita Juventus-Inter di domenica scorsa. Primo: per come è andata sul campo, i bianconeri avrebbero ampiamente meritato di vincerla, non fosse stato per una conduzione arbitrale scriteriata (può capitare) e troppa carenza finalizzatrice. Ma due legni stanno ancora lì a ricordarci che il goal s’è sfiorato ripetutamente. L’Inter ha tirato due volte con due rigori, ha raramente superato la metà campo ed è stata in eterno affanno, pur vantando sulla carta, un centrocampo superiore a quello dei rivali. Sulle seconde palle stavolta c’erano gli juventini, in pressing pure. Può darsi che il merito di questa trasformazione in positivo dei torinesi sia dell’Inter, apparsa impaurita e in calo atletico (a questo punto della stagione, succede spesso alle squadre allenate da Simone Inzaghi), comunque le partite future ci diranno se Allegri ha messo finalmente a fuoco la squadra e se da qui si può ripartire l’anno prossimo.

Il secondo dato è che la Juve, anche quando potrebbe, non fa polemica. Per un giallo (relativo) non dato a Pjanic proprio contro l’Inter, qualche anno fa, è partita una giaculatoria infinita di lamentele nell’ordine: presidenziali, dirigenziali, giornalistiche, “procuratoriali”. Pecoraro, l’allora Procuratore federale, lo ripete ancora oggi che non ha avuto la registrazione fra Orsato e il Var e che il Napoli per quella mancata espulsione perse il campionato. Giornalisti specializzati in marketing antijuventino (sempre molto redditizio) non si ricordano mai dei torti subiti dalla Juventus, ma sbandierano sempre i “favori”. Ci piacerebbe che per almeno un paio d’anni ricordassero il rigore negato a Zakaria e la mancata espulsione di Lautaro.

La Juve no. Non l’ha fatto e non lo farà: i torti che ha patito passano sempre in cavalleria. Anche Allegri non inveisce, né si lamenta. Staffelli che gli ha consegnato il Tapiro d’oro, pensando di farlo imbufalire, gli ha chiesto: “E Irrati?” “Bravissimo” - ha risposto l’allenatore labronico - “Ha arbitrato magnificamente!”. Ve li immaginate, al suo posto, Mourinho, Inzaghi (Simone), De Laurentiis e compagnia bella?