LA PRIMA SERA - «Dicembre 2018, mi sembra il 21. È impossibile da dimenticare, sembrava di essere in un film. Mentre ero a casa a prepararmi per il servizio della serata ricevo una telefonata che non mi sarei mai aspettato. Una persona mi chiama per prenotare un tavolo da tre per Cristiano Ronaldo, per le 21.30. Ovviamente dico immediatamente di sì, ma poi penso: e adesso come faccio? Sapevo che il locale era già pieno, però visto l’orario contavo sul fatto che una prenotazione delle 19.30 finisse in tempo per le 21.30. Per sicurezza ho chiesto in prestito un tavolo al ristorante vicino e l’ho sistemato in un angolo. Cristiano, Georgina e il figlio grande, Cristianinho, sono arrivati alle 20. E lì mi sono detto: e adesso? I clienti sono rimasti a bocca aperta, non parlava più nessuno. E soprattutto nessuno voleva più alzarsi, erano catturati da CR7. Così ho fatto accomodare Cristiano nel tavolino d’emergenza, però il tempo passava e nessuno si alzava. Cristiano non batteva ciglio e come lui anche Georgina e il figlio. In quel frangente ho capito che Ronaldo, pur essendo una star mondiale e il miglior giocatore del mondo, è prima di tutto un ragazzo per bene. Vi posso assicurare che ho visto gente molto meno famosa di lui andarsene dopo cinque minuti, e con arroganza, in situazioni del genere. Lui, invece, ha aspettato il suo tavolo quasi quaranta minuti. Però si vede che si è trovato bene. Quattro giorni dopo era di nuovo da me e da quel momento ha cominciato a venire mediamente una volta a settimana. Anche Jorge Mendes, il suo agente».
PUBBLICITA' - «Finché Georgina non ha iniziato a postare le foto su Instangram, io ho sempre negato con la gente. Una volta ho risposto a una recensione su Tripadvisor nella quale si diceva che “Casa Fiore” era frequentata da Ronaldo: “Vi sbagliate, è un sosia”. Penso che Cristiano si trovi molto bene da noi anche per questo motivo».
L'ULTIMA VOLTA - «A fine settembre, prima di andare in Nazionale. Mi ha detto: “Chef, lo sai che sei il primo ristorante in cui metto piede da sette mesi… Prima del lockdown aveva festeggiato da noi il compleanno dei 35 anni e il San Valentino, con Georgina».
PIATTO PREFERITO - «Sia lui sia Georgina hanno un debole per il risotto al Barolo con salsiccia di Bra e toma Raschera. Lo hanno mangiato anche a San Valentino. A Georgina piace molto anche la carbonara alla piemontese con il prosciutto crudo di Cuneo e la crema di Porri al posto delle uova. Se cucino il pesce, Cristiano adora il polpo rosticciato: viene prima cotto al vapore e poi passato sulla griglia. Ma questi sono i suoi strappi alla regola… (risata). A casa è un’altra cosa».
A CASA - «La prima volta che sono andato da lui mi ha detto: “Chef, quando vengo al ristorante è festa, ma qui è diverso”. A tavola è come in campo, super disciplinato e ligio: una macchina da guerra. Non è che pesa le quantità, però mangia molto sano. Acqua e bibite gassate non le vedi nemmeno da lui. Stessa cosa il vino. Predilige verdure, zuppe di legumi, quinoa e in generale i cibi bio. Pasta no, soltanto una volta a settimana e al massimo di farina di ceci e legumi. Mangia molto pesce: calamari, polpo, gamberi. Subito ero un po’ in tensione. Ma dopo cinque minuti, grazie alla cordialità di Cristiano e Georgina, non mi sentivo più in servizio da un cliente. Mi sembrava di cucinare per degli amici. Cosa mi ha colpito? La cucina è ben attrezzata, ma normale. Più che gli oggetti e le cose, mi hanno colpito i loro atteggiamenti. Georgina che gioca con i bimbi e fa i compiti col più grande. O l’eccitazione dei figli appena rientra a casa Cristiano: gli saltano tutti addosso e via a giocare. È un papà molto affettuoso».
PER LA CHAMPIONS - «Un risotto speciale. Di sicuro non un dolce, non gliene ho visto mai mangiare uno. Nemmeno al ristorante. L’unico che lo ordina è Cristianinho».
LA MAGLIA - «Nei giorni precedenti alla tripletta con l’Atletico si era informato con me per sapere come si scrivesse il mio nome. E qualche giorno dopo la tripletta è venuto al ristorante con due maglie autografate, con dedica. Erano quelle che aveva utilizzato nel primo e nel secondo tempo in Champions. È una persona buona, dal cuore grande. Io in 50 anni non avevo mai visto una partita di calcio, ma da quando ho conosciuto lui mi sono appassionato alla Juventus».