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Marcello Lippi, ex Juve e ct della Nazionale Campione del Mondo nel 2006, è intervenuto a La politica nel pallone su RadioRai, toccando temi di campo e di salute: «È encomiabile lo sforzo che si fa per portare in fondo questa annata con tutte le competizioni: ci sono squadre più danneggiate, con più contagiati, ma da lì a fermarsi e chiudere tutto, credo che ci sia una bella differenza. A me sembra giusto fare questo sforzo generale, anche se non si vede per quale motivo 10mila spettatori in più distribuiti nella maniera giusta in stadi grandissimi non possano seguire il calcio e farlo sentire meno solo». 
 
JUVE - «Una svolta dopo la Roma? È un anno particolare, nell’ambiente se ne è presa coscienza con intelligenza. La Juve viene da un periodo importante e questa annata è stata recepita come di ricostruzione. Però la qualità dei giocatori è superiore a quella finora espressa e l’errore che fanno alcune squadre, come la Roma, è di non ritenere i bianconeri capaci di fare momenti di gara così importanti. La Juve è in grado di mettere sotto tutti in 20’ e mi auguro continui così. La Roma? Non mi permetto di dare giudizi sul lavoro di ex colleghi che non stanno passando momenti felici. La rosa è composta da giocatori importanti, mi piace e c’è tutto il tempo di rimettersi in una posizione positiva». 
 
INTER FAVORITA - «L’Inter è parecchio superiore alle altre per qualità, organizzazione di gioco e di mentalità. Il Milan mi piace, ma l’Inter è più forte. È stato molto bravo Inzaghi . La Supercoppa è una partita secca, ci può stare tutto e non è detto che sia favorita l’Inter. Il ciclo di Gasperini all’Atalanta è fantastico. Lui lo conosco bene, era l’allenatore alla Primavera della Juve nel 1994, quando c’ero io. Curava i giovani con tanto amore e attenzione. È diventato un grande allenatore, propone un calcio all’avanguardia, quello più europeo, fatto di profondità, smarcamenti e accelerazioni. Il Napoli può tornare a recitare ruolo di antagonista dell’Inter. Dalle vicissitudini toglierei la decisione di Insigne di andare a Toronto: capisco se un giocatore, a un certo punto della carriera, fa valutazioni anche di ordine economico. La Coppa d’Africa condiziona, insieme agli infortuni porta via giocatori bravi e questi sono i problemi più grandi».