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E’ finita così come era iniziata l’avventura di Mario Lemina con la Juventus: rapidamente. Il nazionale gabonese diventerà nelle prossime ore un nuovo giocatore del Southampton, previe visite mediche da sostenere in Inghilterra. E’ bastato un viaggio Oltremanica, con quella convocazione da parte di Max Allegri che suonava già di per sé come una dichiarazione di intenti: Lemina non è sceso in campo contro il Tottenham, ma in compenso in terra britannica è arrivata la stretta di mano decisiva per il suo futuro.

CALCIONI A MARSIGLIA - Tutto cominciò con il test di fuoco disputato al Vélodrome di Marsiglia il primo agosto del 2015. Al calore di un radioso pomeriggio francese si aggiunse quello di un match che di amichevole sembrava non possedere neppure la forma: il ritmo forsennato (e i tanti calcioni) dell’OL misero a dura prova la Juve di Allegri, sfiancata dalla preparazione e tutt’altro che vicina al massimo della forma atletica. In quella sfida, tra l’espulsione di Lichtsteiner e l’infortunio muscolare di Khedira, a rendere tutto più difficile per i bianconeri ci pensò un ragazzo dalla capigliatura bizzarra, instancabile guerriero del centrocampo di Bielsa. Una grinta che riuscì a convincere soprattutto la dirigenza campione d’Italia: trenta giorni più tardi, Lemina atterrava a Torino in prestito oneroso con diritto di riscatto.

FUORI DAGLI SCHEMI - Due stagioni alla Juve e un bottino a dir poco magro per le sue potenzialità: Lemina saluta la Signora dopo 42 presenze e 3 gol, numeri che comunque non evidenziano le tante prestazioni sottotono del classe ’93. “Se uno vede il suo fisico”, si sfogava Allegri nell’estate 2016, “è portato a dire che faccia una grande fase difensiva, invece è il contrario. Non è mai nella posizione giusta per giocare davanti alla difesa, scherma poco, non legge le situazioni e intercetta pochi palloni”. E’ l’anticamera di una bocciatura portata a compimento la stagione successiva, con il passaggio al 4-2-3-1 che esclude definitivamente dalle gerarchie il gabonese. Il quale, però, porterà adesso nelle casse bianconere 18 milioni di euro più 2 di bonus: tesoretto fondamentale per puntare al vero rinforzo di centrocampo (Matuidi sempre in prima fila). Forse è questa, in fondo, l’eredità più importante lasciata da Lemina.


@mcarapex