DIECI ANNI FA - "Si vedeva che sarebbe diventato un campione. Faceva il terzino, ma Ranieri decise di provarlo centrale al mio fianco. Un’intuizione vincente. Alla fine degli allenamenti ci fermavamo a provare i movimenti e lo riempivo di consigli. Gli dicevo che quello era il suo ruolo ideale, ci ho azzeccato. Fin da subito ha avuto un rendimento impressionante. Ha forza, velocità e cattiveria. Chiello stilisticamente non è bello da vedere e questo lo penalizza nei giudizi mediatici. Non ruba l’occhio tecnicamente, ma come difensore è il top: è un trattore, non fa passare neanche un filo d’aria in area di rigore (sorride, ndr)”.
JUVE-CHIEVO - "Sulla carta non c'è partita? Verissimo. Questa Juve è stellare e destinata a dominare il campionato. Occhio però al Chievo: da quando è arrivato Di Carlo hanno ritrovato gli antichi valori e sono un osso duro per tutti. Con qualche innesto possono fare il miracolo salvezza. Con il Chievo nel 2003 perdemmo 4-3 a Torino all’ultima giornata sbagliando gol impossibili e restammo fuori dalle coppe. Da juventino invece la prima volta da avversario feci il gol dell’ex”.
RONALDO - “Non è il CR7 del Real che segnava 40 gol a stagione, perché da noi ci sono meno spazi e possibilità di giocate estrose ridotte. È diventato molto più concreto. Gli basta mezza occasione e ti punisce. Con un campione così può essere l’anno giusto per riconquistare la Champions”.
ALLEGRI - “Ha leadership ed è un grande gestore, c’è il suo timbro sui successi della Juve degli ultimi anni. A Torino poi ha trovato una società organizzatissima che gli ha permesso di lavorare nel migliore dei modi”.