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Quella contro l'Atalanta è stata la cinquantesima partita stagionale della Juve, che, male che vada, raggiungerà quota 56. Un calendario "folle" tra Mondiale e il percorso delle coppe. Anche così si spiega la statistica che vede Allegri non aver mai schierato la stessa formazione in due partite consecutive. Se a volte è stato costretto a farlo, adesso quella del tecnico è una scelta ben precisa. Ad eccezione di De Sciglio, Allegri ha finalmente tutta la rosa a disposizione e sta dimostrando di sfruttarla a 360 gradi.

Potremmo quasi chiamarla la regola dei "sette cambi". Nelle ultime tre gare di campionato infatti sono stati sette i giocatori diversi di partita in partita. E qualche risultato di questa gestione si sta vedendo in campo, con una Juve che sembra aver superato le difficoltà fisiche che si erano presentate qualche settimana fa. D'altronde, come hanno ribadito più volte società e allenatore, gli obiettivi sono due. Andare in finale di Europa League e arrivare tra le prime quattro in campionato (possibilmente secondi). Per farlo, dopo 50 partite, c'è bisogno del supporto di tutti.

Anche a costo di lasciare in panchina le stelle, Allegri non guarda in faccia nessuno in questo momento. Chiesa, in panchina nelle ultime due gare mentre Di Maria, è stato fuori due volte tra Napoli, Bologna, Lecce e Atalanta. Lo stesso Vlahovic, tornato al gol nel turno infrasettimanale, è subentrato nel secondo tempo ieri, come aveva fatto al Dall'ara sette giorni prima. Per non parlare della difesa, visto che anche Bremer, costretto agli straordinari per tutta la stagione, adesso si siede in panchina senza problemi. Da Rugani ai giovani, le risposte di chi non ti aspetti Allegri le sta avendo. E se ogni tanto come successo negli ultimi 180 minuti possono rifiatare anche Kostic e Rabiot...diventa tutto più in discesa.