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Se qualcuno avesse bisogno di un esempio di lealtà sportiva e talento agonistico, Umberto Caligaris sarebbe sicuramente il modello perfetto. Nato in Piemonte e cresciuto nella squadra del suo paese, il Casale, il difensore arriva alla Juventus nel 1928 e in sette stagioni scrive la storia del calcio italiano.

LEGGENDARIO - Ritrovati a Torino gli amici e compagni di Nazionale, il portiere Combi e il terzino Rosetta, Caligaris contribuisce a costruire la retroguardia più forte dell'epoca. Sarà la difesa del primo quinquennio d'oro, quella in grado di trascinare la Juve alla vittoria di cinque scudetti consecutivi dal 1930 al 1935. In mezzo ai successi in bianconero, arrivò anche il trionfo con gli Azzurri al Mondiale italiano del 1934, con la vittoria in finale contro la Cecoslovacchia. Conclusa la carriera come giocatore-allenatore del Brescia, Caligaris tornerà alla Juve nel 1939 per una stagione, in veste di tecnico. Rimarrà nella memoria, a testimonianza dell'incredibile attaccamento alla Vecchia Signora, la sua famosa risposta alla dirigenza del Valencia, intenzionata ad acquistarlo negli anni Trenta: "I soldi non valgono l'amore per una maglia e io ne ho due, una bianconera e una azzurra".