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Nel clima di festa e commozione del post Juventus-Atalanta, sono passate un po' sotto silenzio le parole di Massimiliano Allegri sul periodo decisivo della stagione bianconera, quello a cavallo fra Atletico Madrid e Ajax. L'ormai ex allenatore della Juve ha spiegato la strategia adottata in quella fase, evidenziando in modo esplicito le scelte effettuate. Allegri, nel solco della tradizione juventina e sposando al 100% l'imprinting societario, ha spiegato di aver scientificamente deciso di mettere al sicuro il campionato, spremendo le energie della squadra per vincerlo alla 30esima giornata. Tutto questo nelle settimane in cui la Juve avrebbe dovuto riversare tutte le sue energie sulla Champions. 

Allegri, intervistato da Sky domenica sera, ha dichiarato: "Siamo arrivati al doppio confronto in Champions in condizioni non normali. Abbiamo sottovalutato il fatto che, dopo Madrid, ho dovuto mettere al riparo lo scudetto, perché dovevamo rimettere a posto il campionato. Avevamo un campionato difficile, dovevamo arrivare con grande vantaggio. A livello psicologico così distruggevi il Napoli. La gente parlava dell'Atletico e io mi preoccupavo del Bologna. Da gennaio abbiamo rincorso chi non stava bene. C'era bisogno di fare così".

"La gente parlava dell'Atletico e io mi preoccupavo del Bologna", è la frase emblema del cambio di mentalità non ancora avvenuto in casa Juve. Perché è vero che poi i campioni d'Italia l'impresa con i colchoneros l'hanno fatta lo stesso, ma quel tipo di mentalità è rimasto ed è lo stesso che ha accompagnato società, allenatore e squadra durante il doppio confronto con l'Ajax. In questa rubrica lo abbiamo scritto spesso, e l'accusa che ci è stata rivolta è sempre stata questa: "Ma come è possibile che una società e un allenatore scelgano di preferire lo scudetto oppure Champions? Si punta sempre a vincere tutto!". Vero fino a un certo punto, e questa volta è proprio Allegri a spiegarcelo. 

La cosa, d'altronde, era sotto gli occhi di tutti. O almeno di chi la volesse vedere. Il sogno dei tifosi della Juve era ed è quello di vincere la Champions. Le scelte del club e dell'allenatore invece hanno messo i due obiettivi almeno sullo stesso piano. E in un momento cruciale si è deciso di "mettere al sicuro il campionato". Una decisione, ovviamente, con delle ricadute ben precise sulle scelte di formazione, sull'organico e sui conseguenti infortuni. Un esempio per tutti: che senso ha avuto far giocare Chiellini in campionato con il Cagliari tre giorni dopo l'Empoli? da lì l'origine del primo degli infortuni che ne ha condizionato il finale di stagione, tenendolo fuori con l'Ajax. 

E' la mentalità della Juve. E' una mentalità che dovrà cambiare, se finalmente i bianconeri vorranno trionfare anche in Europa. E' ancora Allegri a spiegarcelo, con un paragone: "Ho imparato il dna del Milan e quello della Juventus, che ha una mentalità opposta a quella di Berlusconi". Appunto.