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Il nuovo anno non si poteva aprire in modo migliore, per la Juventus. L’ottava Supercoppa della sua storia la rende regina solitaria anche di questo piccolo ma blasonato regno calcistico. Tanto scontate quanto inutili le polemiche del dopopartita, è bene andare oltre e analizzare ciò che questo nuovo successo dei bianconeri si porta addosso anche in chiave immediatamente futuribile. Tante certezze positive e una sola perplessità. I dati confortanti sono almeno cinque.
  1. La posizione di Massimiliano Allegri, mai ci fosse stato ancora bisogno di conferma, sé e cementata in maniera irreversibile. Il tecnico livornese con questo suo modo di interpretare il calcio in chiave neo-trapattoniana ha sottolineato con i fatti la necessità imperativa la quale deve portare la società a fare in modo che lo stesso Allegri non abbia il minimo dubbio su cosa fare alla fine della stagione. Chi pensa vi possa essere in giro per il mondo un allenatore capace di fare meglio è un visionario.
 
  1. L’arrivo e la presenza attiva di Cristiano Ronaldo hanno ampiamente dimostrato che investimento economico fatto dalla società per assicurarsi il campione portoghese non era un colpo ad effetto spettacolare ma una mossa di assoluta valenza. Era dai tempi di Michel Platini che la Juventus non poteva contare su un giocatore così determinante sia sotto il profilo pratico e sia sotto l’aspetto del carisma da condottiero. Se il francese, come sosteneva Gianni Agnelli, era il caviale spalmato sopra la tartina bianconera, il portoghese è la perla all’interno dell’ostrica.
 
 
  1. La prestazione di Gedda, utilitaristica come ci si aspettava dovesse essere, apre un ampio squarcio di luce anche nel cielo europeo dove la Juventus si troverà a viaggiare non appena ricomincerà a girare la giostra della Champions. La manifestazione più ambita e vanamente frequentata per troppi anni senza risultato non sarà più un sogno proibito. La Supercoppa, nel suo piccolo, ha lasciato intendere che i giocatori bianconeri, soprattutto per la presenza in campo di Ronaldo, sono mentalmente pronti ad affrontare una missione questa volta non impossibile.
 
  1. Il reparto della difesa e in particolare la vecchia guardia rappresentata da Chiellini e da Bonucci non è, come sostengono alcuni, alla frutta. I due senatori reggono tranquillamente l’urto degli attacchi avversari senza problemi legati alla loro carta di identità. Certamente la società dovrà lavorare in tal senso pensando al futuro, ma potrà farlo con calma e buon ragionamento potendo contare attualmente su una situazione che non provoca particolari affanni, malgrado certe amnesie di Szczesny.
 
 
  1. Il campionato e la corsa verso lo scudetto è ormai da ritenersi un fatto accidentale per una squadra la quale ha ampiamente dimostrato, oltre alle chiacchiere da bar e allo stesso VAR, di non possedere rivali in gradi di contrastarne il passo cadenzato che porterà al successo ben prima della fine dei giochi. Un fatto importante per la Juventus la quale, con una certa e consapevole serenità, potrà concentrarsi in maniera quasi esclusiva sul palcoscenico europeo.
 
Al termine di questo elenco di elementi positivi eccone uno che, forse inaspettatamente ma realisticamente, si mette di traverso e provoca una certa perplessità oltreché dispiacere. Una tessera del mosaico che stride con tutto il resto il cui nome è quello di Paulo Dybala. Anche ieri, a Gedda, il campione argentino ha giocato a nascondino per tutto il tempo. Un andazzo che va avanti da troppo tempo e che impone una seria riflessione su quello che pare essere l’unico “caso” della Juventus. Dybala è certamente un fuoriclasse che non può essere messo in discussione, ma nella squadra bianconera attuale pare essere un corpo estraneo. E’ sempre più evidente che Dybala non è funzionale a questa Juventus perché questa Juventus non è funzionale a Dybala. La responsabilità non è di Allegri accusato di impiegarlo “fuori ruolo” e neppure del giocatore il quale, per caratteristiche precise e per talento, non può fare altro che sentirsi “fuori ruolo”. Un nodo impossibile da sciogliere se non con un doloroso, ma economicamente molto redditizio, divorzio.