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La telefonata informale fatta da Andrea Agnelli a Javier Zanetti lascia intendere che, tutto sommato, esiste un certo interesse da parte della Juventus nei confronti di Mauro Icardi. Mi auguro, con tutto il cuore e anche sostenuto dal buon senso, che il presidente bianconero decida di non dare seguito a questo progetto il quale, per ora soltanto immaginato, semmai dovesse realizzarsi equivarrebbe ad una grossolana sciocchezza.

Fermo restando il valore “tecnico” del giocatore argentino, sono principalmente due le controindicazioni che dovrebbero far riflettere in modo serio coloro i quale vedrebbero di buon occhio l’arrivo in bianconero dello stesso Icardi il quale, ormai, per l’Inter è stato ridotto in un vuoto a perdere. La prima delle due motivazioni negative riguarda indirettamente Paulo Dybala del quale, in caso di arrivo del turbolenti Maurito, e soprattutto per ragioni economiche, la Juventus dovrebbe sbarazzarsi. Già questo elemento, da solo, dovrebbe essere sufficiente per valutare la possibile operazione tra società nerazzurra e bianconera in maniera ampiamente negativa perché realizzata “a perdere” e non certamente per l’Inter.

Dybala, fin dal giorno del suo arrivo, ha dimostrato di rappresentare per la Juventus un prezioso capitale soprattutto per il futuro oltreché per un presente che, ricordiamolo, ha permesso di vincere scudetti e ha garantito al popolo bianconero buone dose e di divertimento. Icardi, al momento, ha vinto un bel niente e non è riuscito a cementarsi con l’affetto dei sui tifosi.

La seconda ragione che dovrebbe spingere la dirigenza bianconera lasciar perdere questa idea balzana si trova, evidente per tutti, nell’importante settore del comportamento e della gestione riferite a un giocatore oggettivamente dipendente dalle scelte altrui. Ingaggiare Icardi significherebbe accollarsi il peso di un’autentica “ditta” il cui azionista di riferimento non è lui ma sua moglie Wanda Nara. Sulla carta non vi sarebbe nulla di male in questa lettura al femminile di una vicenda sportiva. La Storia ci ha insegnato che, quasi sempre, dietro le fortune di un uomo si nasconde la presenza di una grande donna. Dalla moglie di Churchill, Clementine, a quella di JFK, Jacqueline, a quella di Obama, Michelle. Ma anche un gradino più sotto dalla compagna di Fellini, Giulietta, a quella di Celentano, Claudia, a quella di Dario Fo, Franca. Tutte donne importanti, anzi fondamentali per i loro compagni in qualità di muse ispiratrici soprattutto silenziose. L’esatto opposto della figura che sta a capo della ditta Icardi-Nara.