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"Fuori dalla narrazione ufficiale, che obbedisce a un ovvio galateo, è chiaro a tutti che la Juventus e Ronaldo hanno atteso per un paio di mesi un acquirente in grado di liberarle dal rispettivo vincolo". Apre così Paolo Condò la sua analisi sulla Juventus, affrontata sulle colonne di Repubblica. In particolare, il noto giornalista, ha parlato così di Ronaldo: "A 36 anni il fuoriclasse portoghese avverte l'urgenza di una squadra ultracompetitiva per rivincere Champions e Pallone d'oro; da parte sua la Juve stenta a prelevare Locatelli dal Sassuolo perché l'ultimo anno di contratto di Cristiano ne impegna le risorse allo spasimo. Nelle scorse settimane era girata voce di una spalmatura su due stagioni per aumentare un po' il margine immediato di manovra, ma poi non se n'è più saputo nulla.

Ronaldo fin qui è stato importante perché ha riacceso l'orgoglio juventino di avere nelle proprie file uno dei due giocatori migliori del mondo, un valore che non si misura nel fatturato ma rinsalda prospettiva emotiva e senso d'appartenenza, il vero scheletro di un grande club. Detto questo, Ronaldo ha recitato la parte che prima di lui avevano ricoperto Dybala e Higuain, e prima ancora Carlos Tevez: quello di implacabile finalizzatore. Può averlo fatto un po' meglio, ma leggete le cifre delle reti segnate negli ultimi cinque campionati, corredate dal miglior marcatore. Nel 2016-17: 77 gol (Higuain 24). Nel 2017-18: 86 gol (Dybala 22). Nel 2018-19: 70 gol (Ronaldo 21). Nel 2019-20: 76 gol (Ronaldo 31). Nel 2020-21: 77 gol (Ronaldo 29). Ne consegue che la Juve segna più o meno sempre gli stessi gol, chiunque sia il suo attaccante principe visto che li sceglie sempre bene. Solo che Cristiano lo paga quattro volte gli altri, togliendo così munizioni al resto dei reparti. In un'altra situazione di bilancio, la Juve non avrebbe mai lasciato finire Donnarumma al Psg".