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Il calcio è un gioco di squadra: il collettivo viene prima del singolo, il singolo si mette a servizio del collettivo. È altrettanto vero, però, che nel calcio ci sono i livelli di differenza: ci sono i campioni che, da soli, cambiano le partite, quando non le stagioni. Da soli sono in grado di nascondere tutte le criticità del collettivo: è quello che accaduto con Di Maria nella partita contro il Sassuolo.
 
Questo è apparso evidente ieri sera a Marassi. Senza Di Maria si è assistito alla stessa Juventus dello scorso anno. Vero, ci sono tutte le attenuanti del caso: gli infortuni che hanno tolto ad Allegri i migliori calciatori in rosa, i pezzi forte del mercato, e una rosa ristretta. Non è solo una questione di interpreti, però, perché la Juventus di Genova è stata senza mordente, senza idee di gioco, esattamente quello che si è visto lo scorso anno, nessun passo in avanti e sicuramente uno indietro rispetto al Sassuolo.
 
Di Maria è un campione di valore assoluto, per lui parlano campo e palmares. Con la prestazione super offerta contro i neroverdi è riuscito a nascondere le lacune della Juventus, in termini di gioco, personalità e mentalità. Il problema vero, però, è che una squadra che vuole competere per il titolo non può dipendere così da un singolo, al di là di quale sia il suo valore.