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Se avete aperto questa pagina pensando di trovare una serie di immagini celebrative su de Ligt, dai tackle impressionanti agli anticipi sensazionali, dai colpi di testa ai recuperi mozzafiato, è meglio che vi avvisi subito: questo articolo non fa per voi. Se cercate invece delle risposte a domande come “che cosa chiederà Sarri all’olandese?” o “come dovrà comportarsi Matthijs nella linea bianconera?”, be’, forse siete cascati bene.

Non è mia intenzione tuttavia elencare in questo momento tutti i principi e le consegne che un difensore centrale del Comandante deve imparare a rispettare. Per questo, credo, servirebbe un libro, o perlomeno un pranzetto con Martusciello. A noi, qui, basta riassumere il contenuto probabile di una telefonata. La telefonata che si dice sia avvenuta tra il giocatore e il tecnico. La telefonata ‘tattica’.   
Sia chiaro, non ho ricevuto sottobanco alcuna intercettazione illuminante, né mi trovavo magicamente nei paraggi al momento della chiamata. Semplicemente, ho analizzato il Chelsea di Sarri e prima ancora il suo Napoli. In particolare i movimenti della linea in determinate situazioni.
Ad esempio: avranno parlato de Ligt e Sarri di come marcherà la Juve dentro l’area?
 
DE LIGT, PRENDI RUGANI... – Se dunque permettete la licenza, immagino che Sarri, dopo i saluti, sia partito in quarta dall’errore di Rugani in Juve-Parma (3-3). Un caso emblematico, Matthijs, da non seguire assolutamente. 



Al di là dell’errore, qui si vuole evidenziare un approccio difensivo che è in certo senso opposto a quello richiesto da Sarri. Notate gli elementi che compongono e determinano la situazione di gioco: alle spalle del terzino sinistro tagliato fuori (Spinazzola), vien servito un avversario che raggiunge il fondo per crossare (Kucka). Ciò provoca l’uscita forzata del centrale di sinistra bianconero (Caceres): la linea è rotta. Al centro dell’area rimane così l’altra metà dei quattro: Rugani in marcatura sul centravanti (Inglese), e Cancelo che stringe la diagonale sul lato debole. C’è un Gervinho che arriva, però, che sta per incrociare il movimento verso il secondo palo di Inglese. 



Rugani, che aveva seguito quasi ‘a uomo’ il centravanti, se ne accorge troppo tardi. Dopo aver consegnato finalmente Inglese a Cancelo (sarebbe forse bastato farlo prima), prova a coprire in extremis lo spazio lasciato scoperto sul primo palo. Ma non c’è più nulla da fare, Gervinho la butta dentro. 
 


Qualcuno potrebbe dire che senza l’inserimento ‘a sorpresa’ dell’ivoriano, Rugani avrebbe svolto normalmente il suo lavoro. Questo qualcuno poi potrebbe aggiungere che in tale caso specifico Khedira avrebbe dovuto fare meglio, in una parola aiutare Rugani leggendo in tempo e ostacolando il movimento dell’attaccante di colore. Questo qualcuno dimostrerebbe così, involontariamente, di non appartenere alla schiera dei sarristi. Ma sarristi si diventa, tranquilli.
 
DE LIGT, GUARDA LA PALLA... – Ora che abbiamo mostrato come non difenderebbe mai un centrale in una squadra di Sarri (sebbene Rugani sia stato un giocatore di Sarri!), occorre prendere una situazione pressoché identica capitata al Chelsea durante la stagione appena trascorsa, per vedere il comportamento differente dei difensori in un contesto composto fondamentalmente dagli stessi elementi che indicavamo sopra (avversario che arriva sul fondo a destra con terzino tagliato fuori, uscita forzata del centrale di sinistra ecc..). Ecco un affondo di Son durante Tottenham-Chelsea. 



Concentratevi su Rüdiger. È lui il Rugani della situazione (un domani, il De Ligt). Kane svolge invece la funzione di Inglese, ovvero taglia sul secondo palo. E che fa allora Rüdiger? Si comporta allo stesso modo del difensore bianconero? Cosa dovrà fare in sostanza De Ligt sotto la guida di Sarri?
Dovrà guardare la palla e preoccuparsi di una porzione, una zona di campo. L’attaccante vien quasi (sembra una follia) ignorato. In compenso si crea una piccola fortezza, una sorta di arrocco al fine di controllare gli spazi e le linee di passaggio più sensibili. 



Cambiamo pure una variabile. Chelsea-Liverpool: stavolta il terzino lato forte (Marcos Alonso) non viene superato, è lui che tenta di raggiunger sul fondo l’avversario. Cosa resta da fare allora ai due centrali, Rüdiger e David Luiz? Tenere d’occhio Mané? 



Niente affatto. La prima preoccupazione è quella di andare a presidiare il limite dell’area piccola. Si vogliono impedire così i cross tra portiere e difesa, quelli a giro, tagliati, e magari rasoterra. Quelli che fan tanto male alle difese che hanno come riferimento principale l’ uomo. Ecco tutto, Sarri questi cross pericolosissimi non li vuole concedere. Mai. 



Piuttosto rischia di beccarsi qualche rimorchio, se il centrocampista più vicino non è pronto a posizionarsi bene, ad agganciarsi davanti ai tre difensori piazzati. In questo caso Kanté, ad esempio, è appena in ritardo su Mané, ma d’altro canto la scivolata di Marcos Alonso impedisce proprio quella traiettoria diretta. 



Naturalmente niente di tutto ciò si saranno detti al telefono de Ligt e Sarri. Si saranno appena conosciuti e scambiati complimenti, parole di stima. Perché per questi e altri simili dettagli tattici, entrambi lo sanno, c’è tempo. C’è il campo.