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Un paio di giorni fa Andrea Agnelli è tornato a parlare pubblicamente e si è esposto in modo piuttosto chiaro. Il suo messaggio, in occasione della pubblicazione del francobollo celebrativo per il nono scudetto consecutivo, è stato sicuramente positivo, ma diretto. "Riscrivere la storia e superare se stessi è diventato da ben nove anni una piacevole abitudine per tutti coloro che portano il vessillo bianconero nel cuore", ha detto, dando una stoccatina alle avversarie. E ha aggiunto anche: "Pur cambiando interpreti, a cominciare dalla guida tecnica affidata a Maurizio Sarri, la Juve ha dimostrato di possedere un DNA unico, in cui lo spirito combattivo è secondo solo alla voglia di vincere che impernia questa società". Così che qualche parola arrivasse anche all'ultimo allenatore, salutato con esonero dopo il fallimento Champions, pur ringraziandolo per lo scudetto. Anche se in queste parole qualcuno ha voluto vederci un velato e malizioso "nonostante Sarri", si è vinto. Sintomo di quella sintonia mai arrivata. Ma c'è altro. 

IL MESSAGGIO - Sì, perché l'ultimo messaggio sembra avere un altro destinatario: Andrea Pirlo. Agnelli, infatti, sentenzia: "Mentre celebriamo questa annata che ci ha visti protagonisti, il nostro pensiero già si proietta in avanti agli obiettivi futuri. Nuove sfide ci attendono, cui siamo certi di arrivare pronti e fiduciosi grazie alla passione e alla determinazione che poniamo nel nostro lavoro quotidiano. Per mostrare ancora una volta cosa significhi essere della Juve. Per mostrare ancora una volta di essere i più forti". Per la serie, gli alibi ci sono: la squadra giovane, il rinnovamento, il periodo, gli infortuni. Ma alla Juve conta sempre e solo una cosa: vincere. Anche per Pirlo, scelto dallo stesso Agnelli. Il Maestro lo sa e ora deve cambiare marcia, perché la sosta è finita.