NELLA STORIA - Secondo l'analisi del giornale spagnolo, Andrea, per ora, è stato l'unico Agnelli a non aver lasciato il segno in nessun campo. E la Superlega, per la quale aveva trovato l'alleanza con il presidente del Real Madrid Florentino Perez, sarebbe stata la sua firma nella rivoluzione storica del calcio. L'obiettivo era quello di lasciare il segno in qualche modo, secondo loro. Andrea aveva preso la Juventus in Serie B riportandola in alto, fino a giocare due finali Champions e diventare una delle potenze mondiali.
AMBIZIONE - Oggi, invece, per El Paìs è "il personaggio minore della dinastia" che secondo i retroscena legati alla Superlega avrebbe tradito Ceferin col quale c'era un rapporto d'amicizia molto stretto, tanto che il numero uno della Uefa è stato anche padrino di battesimo dell'ultima figlia di Andrea. Ma l'occasione per incidere il proprio nome nella storia era troppo grande: la Superlega? Facciamola. O forse no. Ma ormai non si poteva più tornare indietro, il rapporto con Ceferin si è rotto e ora possono esserci dei problemi per tutta la Juventus.
RIDIMENSIONAMENTO - Finché a capo della Uefa ci sarà l'ex amico di Agnelli, infatti, le ambizioni Champions della società potrebbero essere ostacolate da chi, una volta, era pronto ad andare incontro ai bianconeri. Il rischio è quello che la Juve sia costretta a ridimensionare le proprie ambizioni in campo e fuori, mettendosi da parte e svolgendo un ruolo secondario nel futuro del calcio mondiale. Tutto il contrario di quello che sognava Andrea Agnelli, la Juve davanti a tutti gli altri top club e lui a portare alto il nome della famiglia. Ora, però, è tutto da rifare.