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Non ricordo esattamente quando sia successo, ma gli stessi cori che una volta facevano parte della categoria “sfottò” a un certo punto sono passati nella cerchia dei cori di “discriminazione territoriale (o razziale)”. Ad essere onesti, è giusto così, si è trattato di un netto passo in avanti sotto il punto di vista educativo nonostante in alcune circostanze prevalga un po' di ipocrisia nella condanna etica e morale di alcuni comportamenti. Meglio, in ogni caso, soprattutto in un'era come quella contemporanea in cui è elevatissimo il rischio di emulazione da parte di chi non ha strumenti per usare (in maniera virtuosa) tutti gli strumenti comunicativi che abbiamo a disposizione. 

Ed è proprio da qui che parte la nostra riflessione. Da chi usa o abusa di questi strumenti, media o social che siano, per drogare analisi, giudizi, informazione. Ad ogni livello. Alcuni esempi possono aiutare. È stato corretto punire la Juventus e i suoi tifosi per gli ormai noti cori sul Vesuvio? Sì. Forse eccessiva la pena della squalifica della curva, oltre ad una multa salata. E il ricorso, respinto, della società bianconera non andava contro la decisione in sé, quanto sul tipo di sanzione che andava a punire migliaia di tifosi innocenti. Totale, trasversale, la condanna sui social soprattutto da parte di alcuni professoroni di vita che sempre più si stanno imponendo come depositari della verità. Poi qualcosa di molto simile parte dagli spalti di San Siro in occasione di Inter-Genoa e quella stessa violenta condanna si smorza a tal punto da non sentirsi neppure, nonostante le inevitabili segnalazioni: non di napoletani o napolisti, ma degli juventini. Un silenzio ed un buonismo ben più ipocrita dell'istantanea riprovazione che arriva, giustamente, ad ogni nota fuori spartito dello Stadium. Ed anche la sanzione (una multa, esigua), può spostare il tema anche dentro al palazzo.

Si arriva poi alla Champions. Le tre dita di José Mourinho rivolte al settore ospiti di Old Trafford nei minuti finali di United-Juventus hanno fatto il giro del web, con tanto di commento a latere: “Ma come si fa a insultare Mourinho invece di festeggiare?”. Tutto sommato un commento su cui poter anche essere d'accordo, nonostante ci fossero anche delle motivazioni a scatenare quei cori. Bene, ieri sera in occasione di Napoli-Psg, l'accoglienza nei confronti di Gigi Buffon, dai fischi agli insulti passando per quel “Merda” che ha suscitato l'indignazione popolare quando faceva parte del repertorio dello Stadium, sono invece rientrati nella categoria del “giusto così, cosa si aspettava?”. Senza parlare degli insulti a Arturo Vidal in Inter-Barcellona, a quello stesso Vidal corteggiato fino allo sfinimento questa estate. 

Due esempi, ce ne sarebbero decine, magari tirando in ballo anche la diversa visione di episodi arbitrali, con annesse distorsioni della realtà. E questa strana alleanza Inter-Napoli non si capisce esattamente a cosa possa portare, come se l'importante non sia nemmeno più poter fregiarsi di una vittoria ma aspettare insieme solo la sconfitta della Juve. Come se a contare non sia l'offesa, ma l'autore (vedi i cori). Come se la Juve fosse il male a prescindere, e andarle contro solo un modo per fare (o farsi giustizia). Spiace deludere tutti i capi-popolo professionisti dell'antijuventinismo: non è così. Siate credibili, perché ce ne sarebbe bisogno. Altrimenti siete solo pericolosi: accorgetevene prima che sia troppo tardi.