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La Stampa - Juventus e Tudor si giocano tutto. Poi il tema 'personalità'
La Juve ha davanti un’occasione da non fallire: distaccare definitivamente le inseguitrici e difendere il proprio piazzamento. Pensare di ritrovarsi a fine giornata ancora con le rivali alle calcagna, o peggio, superata, sarebbe un colpo troppo pesante per una squadra che ha dimostrato, lungo tutta la stagione, di non avere abbastanza solidità mentale per reggere l’urto.
Personalità, il grande assente del progetto bianconero
Al netto delle assenze, che hanno falcidiato la rosa da inizio stagione, il vero problema della Juventus è stata la personalità. Una fragilità latente, che ha spesso fatto crollare la squadra nei momenti cruciali. Non è solo una questione tecnica o tattica, ma psicologica: la Juve ha più volte dimostrato di non saper reagire, di non riuscire a gestire la pressione, di non avere un’identità chiara su cui appoggiarsi nei momenti di difficoltà.
A confermare questa tendenza ci sono i dati: la Juventus non segna un gol nei secondi tempi da settimane, spesso parte bene e poi si spegne. E non basta certo il cambio in panchina con l’arrivo di Tudor ad aver risolto il problema. Anzi, dopo un inizio incoraggiante, anche il tecnico croato ha iniziato a pagare il conto di una rosa incompleta e mentalmente fragile.
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