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La solitudine del numero 9. Nonostante i quattro gol in cinque partite e nonostante resti un punto fermo della Juve presente e futura, c'è un tema che ruota intorno all'inizio di stagione del serbo: l'incapacità della Juve di accenderlo e assisterlo in fase offensiva. Al netto del secondo gol segnato contro il Sassuolo su assist di Di Maria, infatti, tutte le altre reti sono arrivate da calcio piazzato: due punizioni e un calcio di rigore. Quasi inevitabile, viste le pochissime occasioni che gli sono capitate in questo avvio di stagione.

I NUMERI - Lo dicono anche i numeri: i tiri verso la porta di Vlahovic sono soltanto tre in cinque partite, diretta conseguenza dei pochi palloni che il serbo riesce a giocare. Esempio lampante la partita contro la Sampdoria, quando i tocchi furono appena nove. E non si può dire che Vlahovic non lotti: che sia troppo dispendioso, anzi, il lavoro che è costretto a fare per il modo in cui gioca la Juve? Dusan è infatti troppo spesso isolato e la sua potenza di fuoco non viene sfruttata. E Allegri? Tocca a lui trovare una soluzione. L'ultimo coniglio dal cilindro è stato mettergli accanto Milik, ma a Parigi Vlahovic è stato impalpabile. Ma è troppo importante che ci sia un'inversione di tendenza: la Juventus non può tenere inceppata la sua arma migliore.