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L’avvenuto ritorno a Torino di Cristiano Ronaldo e di tutto il suo clan non rappresenta una notizia di poco conto. Esisteva, infatti, un tiepido ma legittimo sospetto che poteva spingere ad immaginare il campione portoghese orientato a non lasciare il suo Paese dove il virus ha picchiato in maniera molto più soft che altrove e nel quale la madre è ancora convalescente dopo la grave malattia che l’ha colpita. A questo si poteva aggiungere che, avendo CR7 un’età professionale avanzata ed essendo il suo palmares ricco come il suo patrimonio economico, la sua voglia di ripartire dal punto in cui era stato costretto a fermarsi non fosse poi così smisurata. Cattivi pensieri che ci stavano, sotto il profilo umano.

Ma il valore autentico di un fuoriclasse non si misura in denaro o in potenza mediatica, semmai lo si pesa con la bilancia della serietà verso gli altri e anche nei confronti di se stesso. Il fatto che Ronaldo sia rientrato sul luogo di lavoro portando con sé la sua famiglia, la quale sarebbe stata maggiormente tutelata sotto l’aspetto sanitario nell’isola di Madeira piuttosto che in una città ancora ad alto rischio come Torino, offre l’esatta misura delle intenzioni di colui che per la Juventus è una colonna portante e imprescindibile. A differenza di altri “signor tentenna” del calcio, come per esempio Higuain, CR7 ha anteposto senza esitare il suo impegno contrattuale alle possibili pulsioni emotive ribadendo così di rappresentare una solida garanzia per la società bianconera e per il suo pubblico che non vede l’ora di rivedere la macchina in movimento.

C’è poi un’altra buona notizia. Quella che arriva, per il momento soltanto attraverso i “social”, dall’abitazione dove Paulo Dybala, la sua compagna Oriana e la nuova arrivata a quattro zampe Akita si trovano blindati da quasi due mesi perché anche dopo essere stato sottoposto al quarto tampone il fuoriclasse argentino è risultato ancora positivo. Un risultato diagnostico che avrebbe potuto fiaccare le residue risorse morali e umorali già pesantemente sollecitate di Dybala. Niente di tutto ciò. Anzi, il “prigioniero” illustre del coronavirus ha voluto entrare nelle case attraverso la Rete mostrandosi sorridente e motivato come non mai.  Le sue parole sono un proclama: “Il campo non mi manca soltanto per modo di dire. Sto letteralmente smaniando per tornare con i miei compagni prima ad allenarmi e poi a giocare. La Juventus è il mio primo pensiero”.

Ronaldo e Dybala sono le due facce di un’unica medaglia. Il primo si presenterà all’eventuale e auspicato nastro di ripartenza in perfetta forma fisica garantita dagli allenamenti sostenuti in solitaria nella sua isola e ora perfezionati nei giorni della quarantena che dovrà osservare nella villa in collina. Il secondo, fatalmente, impiegherà più tempo a rimettere in ordine la sua condizione fisica. Ma, essendo Dybala un talento naturale, il suo vero problema poteva essere più che altro di ordine psicologico o ed emotivo. Grazie alla sua compagna Oriana, l’argentino ha curato e preparato il suo spirito e la sua mente rafforzandoli con la pratica dello yoga e della meditazione zen. E ora è un leone. Il resto verrà da solo. Un antipasto niente male per la Juventus e il suo popolo che, con queste due certezze, possono riprendere a pensare positivo.