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A coloro che si ostinano a vivere il calcio come una battaglia, continua e efferata, possibilmente senza prigionieri, per fortuna ci pensa lo stesso mondo del calcio a offrire “spaccati” di cronaca forse minimalisti ma non per questo meno significativi. Il confronto tra Juventus e Spal sin dalla vigilia lasciava poco o nulla all’immaginazione su come sarebbe andata a finire. Sicchè lo stesso dopo-partita per la voce dei protagonisti si è risolto con il classico dejà vu e con il canonico già ascoltato. Salvo per un particolare a mio avviso molto importante.

Massimiliano Allegri ha voluto aprire la tradizionale conferenza stampa dedicando il suo pensiero non a un episodio specifico riferibile a ciò che era accaduto in campo, ma a un evento inatteso e spiacevole del quale era stato vittima il suo collega e conterraneo Mazzarri. Il tecnico del Torino, colpito da “un malore”, evidentemente per una recidiva, sarà ora costretto a sospendere la sua attività per riposare e investigare con nuovi accertamenti clinici sullo stato del suo cuore senza dubbio “ballerino”. Una sensibilità umana quella dimostrata da Allegri che, affratellata alla solidarietà tra amici-concorrenti, conferma l’umana normalità dell’allenatore bianconero.

Un momento di saggia riflessione su che cosa sia la vita per ciascuno di noi, ovvero un lampo per un battito di ciglia. Ma anche la conferma come il calcio, anche quello contemporaneo regolato da un metronomo algido e impersonale, sia alla fine condizionato da fatti e da elementi che vanno oltre la prestazione fisica e atletica del singolo. Esemplare, al proposito, la figura di Cristiano Ronaldo il quale ancora una volta si è dimostrato il valore aggiunto indispensabile alla Juventus per essere non una semplice squadra ma molto di più.

La prestazione dell’extraterrestre bianconero è andata di gran lunga ben oltre le sue caratteristiche tecniche di campione senza se e senza ma. Dentro l’anima del giocatore, infatti, era possibile percepire uno stato emotivo particolare. Quello del “Ronaldo furioso” speculare al cavaliere letterario e carolingio Orlando creato da Ludovico Ariosto. Quest’ultimo letteralmente impazzito per Angelica, il suo amore rapito dal Saladino.  Il primo lucidamente furibondo per essere stato ingiustamente escluso dalla lista dei top per il Pallone d’oro e quindi ancor più supereroe del solito a vantaggio del gruppo. Due momenti e due esempi di grande umanità a corollario di un evento tecnicamente scontato come poteva essere ed è stato quello tra Juventus e Spal.