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Si era chiuso un cerchio, quella domenica di maggio. C'era una storia che aveva sigillato tutti i ricordi, tutti i momenti, tutti gli affetti, e che se n'era andata con fare naturale, come se non ci fosse stato più bisogno di nessun'altra parola o sensazione. Gigi Buffon aveva salutato. Giro di campo, stretta al petto, rimorsi zero. Qualche rimpianto, quello sì: ma chi non ne avrebbe, dopo 18 anni con la stessa donna? Quello che si sta per materializzare è un concreto atto d'amore, una scelta consapevole di dover riaprire uno scrigno che lasciato lì, a prender polvere, era semplicemente perfetto. Rimettersi in gioco, da secondo portiere, vuol dire che il richiamo di casa è stato più forte dell'orgogLio. E per Buffon non è mai stato poco. 

IL RITORNO - Buffon e la Juve non saranno mai una minestra riscaldata. Non saranno un copione già recitato, un film già visto. Saranno quella canzone che ti è rimasta nel cuore, e che per un po' hai deciso di non ascoltare: la sensazione nel riscoprire certi legami è più dolce di quanto ricordassi, lo è pressoché sempre. E' un ritorno. Non come Ulisse, perché a Itaca quantomeno era atteso da Penelope; non come il figliol prodigo, perché l'estremo saluto bianconero era stato meraviglioso e colmo d'amicizia. E' un quadro originale: non raccoglie strascichi sparsi, ma riprende un filo rosso che neanche la distanza ha saputo allentare. Tutto questo con un patto di non belligeranza con i suoi demoni e le sue ossessioni: sarà nuovamente alla Juve perché l'ultima, grande chance di vincere qualcosa d'importante (fondamentalmente) non la vedeva con nessun altro binomio di colori. 

I DETTAGLI - I primi spifferi parlano di un accordo annuale: 364 giorni di Juve per due milioni netti all'anno e una promessa, a fine stagione, di rivedersi per capire nuovi percorsi da intraprendere ancora insieme. Stavolta senza la tentazione di lasciarsi. Gigi ha accettato il ruolo di spalla, relegando il protagonismo di anni sulla cresta dell'onda e da fuoriclasse indiscusso: molto probabilmente si prenderà la sua fetta di gare in Serie A, con l'obiettivo di diventare il più presente nel campionato italiano che dista solo 7 fischi d'inizio da Paolo Maldini. Un'altra sfida. L'ennesima. 42 anni e ancora si pone la grinta di superare gli ostacoli: sicuri che uno spirito così sia effimero in uno spogliatoio che riparte da zero?