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Tutti coloro che pensavano a Mourinho come a un difensivista si stanno ricredendo guardando giocare questa Roma. Lo Special One non ha snaturato la vocazione offensiva del club. Anzi. L’ha addirittura recuperata dopo l’ambigua -per quanto interessante- gestione di Fonseca. Quest’ultimo infatti, per dare solidità alla squadra, era passato alla difesa a tre, che spesso e volentieri si traduceva in un 5-3-2 nella propria metà campo, quando gli avversari riuscivano a superare la prima fragile pressione accennata da uno schieramento peculiare (il 5-1-3-1). Mourinho dunque che ha fatto? Ha cambiato qualche interprete (si è sbarazzato ad esempio del palleggiatore Villar) irrobustendo la mediana, ma fondamentalmente è tornato al 4-2-3-1. Cosa che ha reso più credibile e fastidiosa la Roma nel pressing. Inoltre si è liberato della “pesantezza” di Dzeko, puntando su un attacco più elettrico, elastico e scattante. E questo, come vedremo, a prescindere dall’acquisto di punta Abraham che sappiamo essere in forte dubbio per il big match di domenica contro la Juve.