Sì, e qualcuno lo ricorderà, Antonio Conte era pronto a tornare. Chiusa l'avventura al Chelsea, dopo un inverno di contatti con vari club italiani, aveva maturato la decisione di rientrare in Italia. Ci aveva provato la Roma, si era informato il Napoli, aveva poi preso contatti l'Inter: con la dirigenza nerazzurra il feeling era stato immediato, le proiezioni erano quelle di un club enorme e nell'immediato pronto a investire. E la Juve? Conte, che a Torino continua ad avere casa e famiglia, continuava a sperare. Quando è stato sollevato dall'incarico Max Allegri, a un certo punto ha iniziato a crederci.
Decisione dall'alto: la Juventus non torna mai sui suoi passi. Conte va all'Inter e, dopo un anno di purgatorio travestito da secondo posto, in poco più di venti mesi si sbarazza della versione 'Pazza' nerazzurra e trasforma i suoi uomini in soldati pronti alla battaglia. Perché questo è l'effetto che fa, l'uragano Conte. Arriva, sconvolge, vince, lascia il segno. Due anni fa, i bianconeri avevano esattamente bisogno di questo: di rimettersi in riga. Non riprenderlo è stato l'errore più grande dell'era Agnelli?