PRE PARTITA - Ma Juve-Atalanta era anche la partita del ritorno allo stadio degli ultras, o comunque di una parte. E della reazione, che oltre ai comunicati social - nei quali avevano attaccato duramente la società - ha prodotto uno striscione che vale una lettera d'amore: in A o in B, noi, cioè loro, saremo sempre qui. L'elmetto, insomma, è stato indossato. Anche se la Juve non sa ancora quale, quante, di che tipo sarà la battaglia da combattere. Il richiamo all'arma del tifo comunque è partito e si è diffuso in tutta la curva. Fischi, cori. Attacchi. Fortissimi. E difese. Nette.
LA DIREZIONE- Ecco, la direzione sembra netta e il prossimo passo sarà quello di farsi sentire, ancora di più. A prescindere dalla direzione intrapresa dalla giustizia ordinaria, sportiva, di campo e fuori, il tifoso della Juventus non batte in ritirata ma anticipa il destino: è da solo, e contro tutti. E costantemente proiettato nella resistenza di fianco alla Società, vittima - apparentemente - di una sentenza politica che colpisce chi proprio non aveva colpa, cioè i giocatori. Dopo anni di apparente disaffezione, lo scossone ha compattato l'ambiente. Contro Federazione e ciò che rappresenta. Contro la paura di tornare negli inferi. Contro la sensazione d'impotenza, ancora fresca dai ricordi post Calciopoli.