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Alla fine, Massimiliano Allegri aveva il sorriso sfinito di chi si è tolto un gran peso. Dopo tanto penare, dopo aver visto la propria squadra soccombere e cadere, spaventarsi e mai ritrovarsi, questa sera ha avuto la prova definitiva: la Juventus, la sua Juventus, ha un'anima. Le mancava la prova del nove, la certezza di vederla protagonista in una grandissima serata, che poi è diventata grandissima partita, che si è fatta subito una grandissima notte. Eccolo, il ghigno: è quello che l'ha accompagnato, a pugni duri, mentre Doveri fischiava la fine del match che segna un prima e un dopo nella stagione di tutti, e soprattutto di quella di Max

PRE E PARTITA - Eppure Allegri si era ritrovato di nuovo a a fare i conti con le assenze, l'ultima è stata quella di Vlahovic, sul quale pure aveva contato in tutti questi giorni. Il dolore era rimasto: forte. E la reazione è stata immediata, ancora a puntare su Miretti e Milik, nonostante una verve praticamente scomparsa. Dopo il saluto a Inzaghi, è iniziata lì tutta la tensione: prima le mani in tasca, poi a urlare alla squadra di stare stretta, compatta, ammassata e poi libera in ripartenza. Nel primo tempo non è quasi mai successo, nella ripresa è cambiato tutto. 

IL MOMENTO DECISIVO - Il gol di Rabiot ha sbloccato tutto e tutti, pure Max: pugni chiusi e sguardo alla panchina dopo il gol, come a gustarsi tutto il momento. Sul raddoppio - poi annullato - di Danilo è partito lo show: lo sguardo divertito ha subito fatto posto alla rabbia, furibonda, per l'apparente ingiustizia subita. Allegri si è immediatamente lamentato con il quarto uomo, probabilmente anche toccato da quanto accaduto nella scorsa stagione. Tant'è: per evitare ulteriori guai, sono arrivati Landucci e Fabris, il team manager, a calmare l'allenatore, che non ha però perso fiducia nella squadra. "Dai, dani. Continuiamo, continuiamo", le urla da bordocampo, dove Kostic ha ricominciato a sprintare e dov'è arrivato l'ultimo scatto per la palla di Fagioli. Gol. E abbracci, tutti diffusi, l'allenatore persino con Rabiot. Si è tolto un peso incredibile e si è visto soprattutto nel finale: ha ritrovato una squadra, la sua squadra, nella notte che consegna un'altra dimensione alla Juve. E che gli allunga ancora la vita in bianconero.