commenta
Paul Pogba è tornato. Ed è già proiettato in una nuova dimensione. Perché nessuno ancora oggi può sapere quale versione di Pogba potrà essere quella del suo secondo ciclo in bianconero: troppo lunga e tormentata l'assenza dal campo, 315 giorni senza calcio giocato lasciano il segno su un fisico che di segni ne ha già parecchi nonostante la carta d'identità dice che Pogba compirà 30 anni solo il prossimo 15 marzo. Però è tornato e per la Juve non potrebbe esserci acquisto di marzo migliore, appena entrato già contro il Toro si è visto l'effetto che la sua sola presenza può avere nel pubblico, nei compagni, negli avversari. Vien da sé, il miglior Pogba, qualunque possa essere la sua (eventuale) evoluzione in campo si rivedrà soltanto la prossima stagione, nella speranza che ormai l'elenco degli imprevisti possa essere concluso. Nel presente va comunque gestito, con cura, con attenzione, proprio per poterlo sfruttare al meglio. Il che significa anche cucirgli addosso un abito del tutto nuovo, quello del dodicesimo uomo, almeno per un po'. Come ha anticipato Max Allegri in conferenza stampa: “Ha reagito bene, ha fatto allenamento, sta bene. È normale che non ha minutaggio, sono rimasto contento di com'è rientrato, non è facile dopo tanto tempo. Si è calato subito in partita, facendo buone cose. Normale che debba crescere, per ora è un'ottima soluzione in panchina”. D'altronde quello del dodicesimo uomo, per Allegri, è sempre stato particolarmente importante, già in passato quando i cambi a disposizione erano ancora tre: stagione dopo stagione ha avuto uno specialista degli ingressi a gara in corso, almeno uno. Anche se poi spesso far digerire agli stessi protagonisti questa situazione non è stato propriamente facile. Diverso il discorso per Pogba, il suo recupero dall'infortunio è delicato e questa gestione va accettata, condivisa.

Ripercorri in gallery i “dodicesimi uomini” della Juve targata Allegri