Perché a prendere la parola, in questo caso, è stato Paolo Maldini. Per esperienza nel mondo calcistico italiano e per una compostezza quasi naturale, il direttore tecnico del Milan ha sviato subito le polemiche, analizzando così l'episodio incriminato del rigore: "Le regole sono ancora da interpretare, non mi soffermerei troppo su queste cose e neanche sugli squalificati. Voglio fare i complimenti alla squadra e a Stefano Pioli, abbiamo fatto una grandissima partita e siamo soddisfatti di quello che abbiamo fatto. Abbiamo creato tanto contro una squadra di qualità importante come la Juventus". Parole di pace, in tempo di guerra, che sono sempre complicate da trovare, specialmente quando si potrebbe cavalcare una polemica lanciata per di più da altre persone.
Invece, Maldini ha resistito al fascino tutto italiano della dichiarazione scandalistica, preferendo adottare un profilo più pertinente al suo ruolo dirigenziale. Inoltre, c'è anche un piccolo gesto che ha chiuso il cerchio, un gesto per il quale ci si accorge che il calcio dovrebbe essere meno chiacchierato. Gianluigi Buffon ha chiesto infatti la maglietta al figlio di Paolo, Daniel, come ha poi dichiarato: "Sì, volevo la sua maglia perché aggiungo un altro figlio d’arte alla mia collezione. Avevo già Chiesa, Thuram e Weah… mi mancava Maldini”. Insomma, c'è molto altro di più bello nello sport che non pensare solo a far caciara.