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Alla finestra, Maurizio Sarri accende un'altra sigaretta. Si guarda intorno e c'è solo una piccola luce che gli tiene compagnia. E' una lampada anonima in un'anonima stanza, come quelle degli alberghi di lusso che ti fanno sentire sempre un po' più solo. Un tiro e le situazioni passano via lentamente: la gavetta è stata lunga, ma adesso sono solo episodi scanditi secondo dopo secondo. C'è Napoli, alla fine. Poi il Chelsea: un'opera a metà, l'orgoglio dice di completarla, con la sorte unico destinatario delle sue ultime preghiere. Un altro tiro e guarda la Juve fuori dalle quattro mura in cui risiede: le possibilità e la meta, un punto d'arrivo giunto a una parte di percorso in cui addirittura rifiutare equivarrebbe a darsi un paio di schiaffi e altrettanti rimorsi. In cuor suo sa che non ha scelta, lo deve a se stesso. 

UN ALTRO SARRI - Un mezzo sorriso, e non proprio di compiacimento, gli sarà scivolato lungo il volto frastornato da un'annata dura e diversa. Quella in cui ha dovuto impegnarsi di più, più del suo massimo. Si trova a un passo dal paradiso e allo stesso tempo a un centimetro dal baratro. A Londra, e lo sa, hanno già fatto le proprie scelte, affascinati come sempre dal nuovo che avanza e da una promessa non mantenuta o mantenuta male, come quando ti ritrovavi con una sufficienza stentata nella tua materia preferita. Roba che ti fa dubitare di tutto e soprattutto di te stesso. Ma la Juve? Cosa c'entra con Sarri? La volontà di cambiare dei bianconeri gli concede una porta enorme sui suoi sogni e sulle prospettive che ha soltanto cullato, vittima com'è della sindrome delle rincorse e dei rivoluzionari. La notizia che non gli torna è questa: dal cosiddetto Palazzo hanno chiamato un proletario, il capo dei secondi, lui che ha la fama di operare in un certo modo e in quello soltanto. La storyline è semplice: snaturarsi e mettersi al servizio, ché nessuno sarà mai più grande della Signora. Può farlo, il toscano? In fondo l'ha già fatto coi Blues, con quel Chelsea che non ha saputo cambiare ma che ha saputo cambiato lui. 

LA SCELTA GIUSTA - Non se l'aspettava, Sarri. Sapeva di avere ottimi mezzi a disposizione, ma non credeva di arrivare agli obiettivi prefissati così, quasi da ruffiano del risultatismo. L'ha snaturato e forse reso incoerente, tutto questo. Chissà, così pure appetibile per le grandi squadre. Juve su tutte. La verità è che la Juve vuole il Maurizio di Napoli, ma prima quest'ultimo deve liberarsi del Maurizio di Londra. Appannato e aggrappato allo score finale, proprio come i bianconeri e le recenti storie all'Allianz Stadium. E i quesiti si fanno ancora più assordanti: faticare - specialmente all'inizio - può starci, ma Sarri potrebbe trascinarsi dietro queste incongruenze? Soprattutto, è pronto a vestire virtualmente la giacca della storia juventina?