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La Juve ha preso una direzione piuttosto chiara. Tra le linee guida del mercato, nelle ultime due estati, c'è quella che porta a un ringiovanimento della rosa. Una linea tracciata fin dall'immediato post Juve-Lione, con Andrea Agnelli che sottolineò come il dato dell'età media più vecchia delle sedici ancora in corsa in Champions dovesse imporre delle riflessioni. Acquisto (o prestito) dopo acquisto (o prestito), sono così arrivati quasi esclusivamente giocatori ben più giovani di quelli andati via, nell'arco di due sessioni estive l'età media della Juve è stata abbattuta di circa tre anni. Ma per una società che impone investimenti solo su giocatori futuribili in campo e sul mercato, per una società che punta tutto sulla linea verde, risponde un allenatore come Max Allegri che invece si affida solo alla vecchia guardia. Ci sono le parole del tecnico bianconero che ancora fanno discutere addetti ai lavori, pure arrabbiare buona parte dei tifosi sui social: quelle sui giovani, quelle su Dejan Kulusevski, soprattutto quelle su Federico Chiesa e Matthijs de Ligt. Insomma c'è un evidente distanza tra il progetto impostato inizialmente e il confronto con la realtà di queste settimane. E senza andare troppo indietro, ci sono almeno due dati che confermano questa tendenza di Allegri a puntare ancora su chi ritiene già pronto: due dati che non necessariamente possono piacere alla Continassa, che anzi sembrano smentire il lavoro impostato nell'ultimo biennio. 


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