Un percorso straordinario, quello dei ragazzi di mister Zauli. Nella strada verso la Serie B, i giovani bianconeri hanno mostrato una maturità superiore e fatto vedere una crescita costante. Orgoglio, quindi, per quanto fatto. Ma anche amarezza, perché il passaggio del turno era ad un solo gol di distanza, e le occasioni per segnarlo non sono mancate.
Rimane, soprattutto tra i tifosi, un dubbio: cosa sarebbe successo se in campo ci fossero stati anche Fabio Miretti e Marley Aké, scesi sul terreno del Franchi con la prima squadra a Firenze, nell’ultima stagionale, a campionato ormai indirizzato? Dubbio legittimo, come è legittimo il dibattito che si è scatenato intorno, se la scelta di tenerli in prima squadra fosse giusta o sbagliata.
Le motivazioni di questa scelta, però, appaiono assai chiare e per trovarle bisogna risalire alla filosofia del club sul settore giovanile: la crescita prima del risultato sportivo. Vale per l’Under 23, per la Primavera e giù fino alla scuola calcio. Come si traduce questo? Semplice: è più importante che i giovani collezionino minutaggio in prima squadra, che si mettano alla prova in piazze importanti, sotto lo sguardo attento di Allegri, perché questo è l’obiettivo primario della seconda squadra. Più importante di un’eventuale promozione in Serie B che, per il momento, non rientra tra le priorità del club. Nelle parole dei protagonisti, risulta evidente questo: il focus è sul percorso, sullo step di crescita che giocare partite da dentro o fuori permette di fare; la possibilità della serie cadetta non è mai nominata.