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Manca una settimana alla fine della stagione. E in casa Juve può davvero cambiare ancora tutto. Anche per il futuro. Perché un conto è vincere o non vincere la Coppa Italia. Ma soprattutto, un conto è partecipare all'Europa League e un altro alla Champions, sempre provando a isolare le battaglie legali e politiche con la Uefa per non essersi ritirati dalla Super Lega. Può cambiare tutto quindi, anche per la panchina. Perché se da un lato c'è una dirigenza che dice e ribadisce di voler continuare con Andrea Pirlo non potendo prendere una decisione del genere solo in base agli esiti di una partita o due, dall'altra queste parole risuonano parecchio simili a quelle che accompagnavano il destino di Maurizio Sarri un anno fa. E in caso, concreto a dir poco, di cambio in panchina ecco che pure le scelte dipenderanno dalla competizione europea a cui la Juve si qualificherà: per questione di ambizioni ma anche economiche.

Tra sogno e obiettivo resta saldo Zinedine Zidane al primo posto delle preferenze non solo presidenziali, mentre Max Allegri si avvicina proprio al Real (al centro di un duello con Raul). Poi si infiamma la lotta, soprattutto, in caso di Europa League tra tecnici non considerati forse dei top manager ma ritenuti in grado di voltare pagina in una fase di rifondazione.


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