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Forse, serviva proprio la spinta del pubblico per risvegliare lo spirito della Juventus. Sopito per gran parte della stagione, come gli stadi, vuoti e spettrali a causa di una pandemia che sta ancora facendo soffrire tutto il mondo. Ieri una boccata d’ossigeno, con 4.300 tifosi al Mapei Stadium ad assistere alla vittoria bianconera in finale di Coppa Italia, contro l'Atalanta. Deve aver fatto tutto un altro effetto per Buffon e compagni alzare il trofeo guardando negli occhi, dal centro del campo, piccole sagome che hanno urlato e incitato la squadra per 90 minuti. Le conseguenze sono state evidenti, in molti hanno beneficiato del clima da stadio che tanto è mancato a giocatori, allenatori ed appassionati di calcio. Uno su tutti, Rodrigo Bentancur.

PROMESSA AI TIFOSI MANTENUTA - Non è diventato improvvisamente Iniesta con la palla tra i piedi, ieri si sono viste le solite sbavature in fase di impostazione, ma finalmente c’era animo nei suoi movimenti, nelle sue letture di gioco. La famosa garra uruguaiana, tipica dei sudamericani e fomentata dai tifosi. Rodrigo ha offerto una prova di dinamismo e sostanza, essenziale in fase di rottura, e non è stato sicuramente semplice schermare le scorribande dei vari Malinovskyi e Pessina, le geometrie di Freuler e De Roon. Mordente che gli ha permesso di sbagliare meno, e non scoraggiarsi se i piedi non sono perfetti. Ci ha messo cuore, come la Juve, quello che spesso è mancato negli impianti vuoti di questa stagione. “Cercheremo di vincere per i tifosi. La loro presenza è una delle cose più importanti della serata”. Promessa mantenuta.