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Rodrigo De Paul e la Juve, di nuovo contro. Domani andrà in scena l'ennesima sfida tra l'argentino e i bianconeri, con il numero 10 a guidare l'Udinese all'Allianz Stadium nella prima gara di questo 2021. Lui, il centro della squadra friulana, il faro che ne ha saputo illuminare le trame di gioco e il pilastro che spesso in questi anni ne ha sostenuto gli obiettivi. E se l'Udinese non ha mai fallito la salvezza lo deve soprattutto a lui. In molti si sono chiesti in queste stagioni come possa un giocatore di quella qualità non giocare in una big, non essere protagonista con chi ambisce a titoli in Italia e in Europa. E anche lo stesso De Paul, di recente, si è esposto in questo senso: "Voglio giocare in Champions, è il mio sogno e ci riuscirò". Parole ben recepite, anche dalla Juve.

L'IDEA - Sì, perché alla Continassa quello di Rodrigo De Paul è nome che si pronuncia sempre volentieri. Lì tutti sono consci del talento dell'argentino e l'idea di puntarci c'è, eccome. E la concorrenza dell'Inter è tutto tranne che un deterrente. Il problema, ad oggi, è sempre il solito: il prezzo. Siamo oltre i 30 milioni di valutazione, che in tempo di Covid non sono proprio pochi, e anche il direttore Marino nei giorni scorsi l'ha sottolineato, dichiarandolo "incedibile" a gennaio, salvo belle offerte. Un altro segnale della sua caratura e dell'importanza per l'Udinese. 

NON VOLUTO - Gennaio è un mese lungo e molto può succedere, specialmente nel mercato creativo che siamo vivendo, però la Juve parte in ritardo... rispetto alle avversarie? No, rispetto a se stessa. Da due anni almeno De Paul delizia in Serie A e stuzzica un po' tutti, anche la Juve, che però evidentemente non ha mai creduto abbastanza nel suo talento. Non tanto da investirci e puntarci quei milioni necessari per portarlo via da Udine, preferendogli ad esempio due giocatori come Ramsey e Rabiot, entrambi arrivati a zero ma con super ingaggi a pesare sul bilancio bianconero e sul mercato. Ora De Paul è maturato e sfida di nuovo la Juve, nell'ultimo giorno pre mercato, ma per averlo bisogna crederci... fortemente.