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Molti tifosi lo vorrebbero vendere, altri svendere, altri non vederlo proprio. Ma cosa ha fatto Dybala per meritarsi tutto questo? Non gioca bene. E quanti sono i giocatori, per limitarci alla Juventus, che non giocano bene? Bentancur gioca bene? E Rabiot? Danilo, l’hanno scorso, l’avrebbero lasciato in magazzino, nemmeno nello spogliatoio. Adesso, per la vox populi, è “il più positivo di tutti”. Kulusevski ha convinto per una mezza partita, ma “è un campione potenziale” e poi la maglia della Juventus pesa, lo dice anche Capello. La maglia della Juve non pesò per Dybala appena arrivato dal Palermo, non ha pesato nelle stagioni successive e nell’ ultima parte del campionato. Non ha pesato per le serpentine incantevoli, per il sinistro all’ incrocio dei pali, per il ritmo alla Sivori. No. Tutto dimenticato. Ora è un brocco, un abulico, un viziato, un ragazzino che non si allena, un capriccioso.

E allora che cosa pesa su Dybala? Anzitutto questo giudizio impietoso, che anche a non leggere i social o i giornali gli circola attorno. Sono i giocatori in difficoltà quelli che vanno sostenuti! Troppo facile buttarsi sulla scia del trionfo! Come è accaduto con Morata, prima “quarta scelta last minute d’un Paratici disperato”, ora magnifico eroe dal “DNA juventino”. Già: che cosa pesa sul campione argentino? Un infortunio rilevante, seguito da un’infezione subdola, ma, soprattutto, un’altra cosa.

Più pesante d’una maglia e d’un infortunio forse è un ruolo. Sembra che una maledizione aleggi su questa seconda punta, costretta già da Allegri, a fare il mediano. Si può provare, ma non tutte le ciambelle riescono col buco. Per un Tardelli terzino, diventato grande centrocampista o per un magnifico Pirlo arretrato, ci sono stati molti esperimenti falliti. Pretendere che Dybala cucia centrocampo e attacco ed esaltarsi per le giocate d’un Ramsey in 5 metri di competenza non sembra avere molto senso.

Si rimetta la “Joya” dove sa e dovrebbe stare, vicino all’area di rigore avversaria, preferibilmente non sulla fascia e poi lo si lasci fare, permettendogli di non arrivare stremato al tiro. Se non sempre, almeno quando entra nell’ ultimo quarto d’ora. Con tutto il rispetto, non pretendiamo che diventi Padoin. Nessuno pretese che Sivori diventasse Leoncini.