La Juve ha portato a compimento uno scambio con il Barcellona: Matheus Pereira da Silva è andato in Catalogna, da lì è arrivato Marques Mendez. Un affare meramente finanziario, non tecnico, che Pippo Russo su Calciomercato.com ha opportunamente definito “inquietante incrocio di figurine e plusvalenze”. Lo stesso principio che ispirava l’operazione De Sciglio-Kurzawa con il Psg, difficile da capire se si guarda solo al campo, molto più comprensibile se si pensa che i due giocatori sarebbero stati messi a bilancio per una cifra attorno ai venti milioni. I bianconeri avrebbero ufficialmente “acquistato” il francese, una riserva e nemmeno troppo affidabile, alla stessa cifra spesa dall’Inter per Eriksen (entrambi avevano il contratto in scadenza a giugno). E anche in queste ultime ore di trattative l’impegno di Paratici è stato rivolto soprattutto alle cessioni che non era riuscito a portare a compimento in estate (alcune per fortuna della Juve, tipo Dybala e Higuain). In particolare si è dedicato all’affare Emre Can con il Borussia Dortmund.
Perché? Il motivo, anche qui, è piuttosto evidente: la Juve deve sistemare i conti, un problema diventato urgente. In fondo anche l’acquisto di Kulusevski - l’unica operazione in entrata dei bianconeri, ma per giugno - presuppone la possibile partenza di un centrocampista che ha un ingaggio decisamente più elevato rispetto allo svedesino.
In tutto questo, l’Inter ha preso Young, Moses e soprattutto Eriksen. E potrebbe non fermarsi qui. Il mercato di gennaio, almeno in teoria, sta riducendo le distanze al vertice della classifica.
@steagresti
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