commenta

Una Signora sa sempre dare il giusto peso alle parole. Al di fuori dei luoghi comuni del passato, la Juventus ha sempre dato molta importanza alla propria immagine, specialmente per quanto riguarda l'aspetto comunicativo. Un fronte comune che, a parte rare eccezioni, ha sempre fatto dello spogliatoio bianconero un vero e proprio bunker, a prova di bomba, ma anche e soprattutto di fraintendimenti. Una continuità che, negli ultimi vent'anni specialmente, è stata interrotta forse dall'istrionismo di Antonio Conte: eppure, anche negli sfoghi dell'attuale allenatore dell'Inter, c'era comunque la coerenza di un personaggio irreversibile. Analogia che si potrebbe fare anche con Massimiliano Allegri, per quanto il livornese abbia una cura maggiore nel fare il bucato del collega leccese: i panni sporchi si lavano in famiglia, così Allegri, tra un "corto muso" e l'altro, ha sempre fatto da paravento alla squadra. I problemi, sono sempre usciti dopo.

Oggi, invece, non sembra più essere così. A qualsiasi livello di ordine e grado, la Juventus non sa più dire la cosa giusta al momento giusto. Ne è stato un esempio Fabio Paratici, che durante il mercato ha mantenuto una linea di difficile interpretazione: il caso Emre Can. Prezioso, tra i migliori di Europa, sempre accompagnato da una parola gentile da parte del dirigente bianconero, il giocatore è stato poi "liquidato" come in tanti si aspettavano: allora perché inscenare tutto il teatrino? Pretattica per il prezzo? O forse solo per evitare una sovraesposizione qualora l'affare fosse saltato?

Domande, a cui nemmeno Maurizio Sarri e i giocatori riescono a dare risposte. Anzi, complicano solo la situazione, come si è visto ancora ieri contro il Lione. Innanzitutto, la gestione della querelle tra Leonardo Bonucci e Blaise Matuidi. Il centrale difensivo bianconero ha parlato di atteggiamenti negativi che si vedevano già dal riscaldamento, Sarri invece, che non presenzia durante questa fase, ha invece detto il contrario, su quanto riferitogli dallo staff. La verità dove si trova? Forse da nessuna parte, anche se gli esempi non sono finiti. Sempre ieri, Sarri ha parlato della gestione dei calci di rigore e delle differenze di giudizio tra Italia ed Europa: una dichiarazione che ha fatto eco alla storia delle maglie a strisce, ma che soprattutto ha dato un alibi a chi attacca l'operato della squadra per continuare a farlo. Una caduta di stile, insomma, che non si concede alle signore, ma neppure alla Juventus.