I SIMBOLI DELLA RINASCITA - Tutto passa naturalmente dalla crescita dei singoli, la più grande differenza col passato. Il concime di Allegri si è concentrato proprio su questo: nel piantare semi da vedere poi germogliare al momento giusto. Ed eccolo, il momento giusto, se l'è giocato la Juventus B - per infortuni, sfortuna, scelte forse sbagliate - e non ha perso un incontro di quelli decisivi, con buona pace della Champions. Anzi: forse con quest'atteggiamento, la gara fondamentale in casa col Benfica avrebbe avuto un altro risultato. A cascata, sarebbe stata una Juve parecchio diversa. 'Se' e 'ma' non cambiano il mondo bianconero, quantomeno rinfrancato, se non addirittura ristabilito e guarito dagli ultimi risultati. Oggi Max si affida ai nuovi totem, che non è Bonucci e non è nemmeno Cuadrado. Ma è un altro Locatelli. E' la crescita di Kostic. Si fa di un Kean in forma mentale smagliante.
DENTRO LA PARTITA - I tre simboli di Juve-Lazio diventano immagini totali del filotto fondamentale della Juventus. Che lascia un sapore dolce al palato poco prima della sosta e tutto il retrogusto è il potenziale di crescita con tutti gli effettivi. Chiesa ha dimostrato intanto d'esserci, Di Maria sarà un altro a Mondiale finito, Paredes dovrà lottare per esserci. E poi Pogba. Questa Juve così cattiva e ambiziosa, più Pogba. C'è tutto il tempo del mondo per recuperare, anche se il terreno sembra infinito. C'era poco tempo per fare invece la Juventus: Allegri l'ha risollevata al momento giusto, seminando e raccogliendo, contadino di coraggio.