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Cercare alibi quando le cose non girano nel verso giusto è un atteggiamento che non appartiene al mondo Juventus. È innegabile, però, che tra le squadre che occupano le prime posizioni della classifica, e ambiscono a vincere la Serie A, quella di Pirlo sia la compagine che da una stagione all’altra ha cambiato di più. E di conseguenza ha sofferto maggiormente l’assenza del precampionato; quel periodo che le squadre utilizzano per creare il gruppo, assimilare le nuove indicazioni tattiche, testarle sul campo e trovare i giusti meccanismi e l’alchimia tra gli elementi che poi fanno la differenza durante la stagione. Non è una frase fatta ma è la realtà: la Juventus di Pirlo è ancora un cantiere aperto. Una vera e propria quadra non si è ancora trovata, sia dal punto di vista tattico che da quello dei titolari più o meno fissi. Uno dei settori dove l’allenatore ha sperimentato di più è certamente il centrocampo. Pirlo è partito dall’idea che, per le caratteristiche della rosa a disposizione, si potesse giocare solo con una linea mediana a due. Nelle ultime partite, però, questa idea tattica è stata stravolta abbassando il trequartista di ruolo e schierando un vero e proprio centrocampo a tre composto da un regista, una mezzala e un giocatore in grado di buttarsi tra le linee e andare a riempire l’area di rigore. In questo modo è arrivata la svolta: la squadra ha trovato più equilibrio, maggiore copertura in fase di non possesso e più ritmo durante la gestione del pallone. Inoltre, questa nuova impostazione ha esaltato le doti di McKennie e fatto riscoprire un Bentancur apparso un po’ spento a inizio stagione. La partita contro la Fiorentina è stata segnata nel suo andamento dagli episodi – soprattutto da errori individuali, in particolare dal gol preso scioccamente nei primi minuti che ha reso la squadra nervosa – ma la delusione per il 3 a 0 subìto contro i viola non può e non deve cancellare quanto di buono si è visto nell’ultimo periodo. Da qui deve ripartire la Juve di Pirlo, eliminare presto le scorie di una sconfitta che brucia ancora e trasformare l’amarezza in quella rabbia agonistica che sarà necessaria per recuperare tutti i punti persi per strada.