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Hanno fatto rumore e hanno fatto di nuovo infuriare il popolo bianconero. Le ultime rivelazioni del Corriere della Sera tra gli atti relativi all'indagine preliminare dell'inchiesta Prisma, hanno però ugualmente fatto il giro del mondo. Con alcuni passaggi che evidenziano una volta di più come proprio all'interno di casa Juve ci si era resi conto come la piega presa da un punto di vista gestionale non potesse essere sostenuta ancora a molto. Il cambio di rotta all'insegna del rigore con Maurizio Arrivabene parlava già chiaro prima delle intercettazioni o delle informazioni trapelate dal suo interrogatorio. Soprattutto, che Federico Cherubini stesse provando a far capire come la gestione Paratici fosse ormai un problema serio, pure. Con una battuta che ha fatto particolarmente scalpore, ma anche riflettere: «Il nostro peggiore guadagna come il migliore dell’Atalanta. Zapata prende 1,8 milioni… se compravamo un cane gli davamo 3 milioni e mezzo». Una battuta, all'interno ovviamente di un discorso più ampio e privato con Stefano Bertola, ma che evidenzia come la corsa all'oro della Juve soprattutto nell'era Cristiano Ronaldo avesse fatto esplodere il monte ingaggi pericolosamente. Soprattutto alla base, quella dei giocatori che per un motivo (scelta tecnica) o per l'altro (infortuni), nel triennio con Paratici al timone aveva visto spendere solo di ingaggi oltre 50 milioni per elementi molto o moltissimo al di sotto dei 2 mila minuti di utilizzo. 

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