ACQUISTI – La trattativa per Locatelli è stata una delle telenovele dell’estate. Prima dell’esplodere della questione Ronaldo. In particolare, si è discusso molto del pagamento dilazionato della Juventus nei confronti del Sassuolo. Una formula che si è ripetuta anche con l’operazione Kean: “Nell’estate delle ristrettezze, in un mercato “creativo” dominato da formule di pagamento innovative, la Juve ha fatto uso disinvolto del debito. L’acquisto di Locatelli è un prestito con obbligo di riscatto del cartellino nel 2023: un acquisto a termine da 25 milioni, più 12,5 di bonus. Il riscatto è soggetto a condizioni così scontate da essere certo ma il club rinvia l’acquisto spostandone al futuro l’ammortamento, sempre che i revisori lo consentano. Il riacquisto di Kean (dopo il divorzio da CR7) segue lo stesso schema, simile anche nelle cifre.”
DEBITI – L’analisi del quotidiano sportivo prosegue con la domanda: che tipo di debito generano queste operazioni? “Anzitutto è debito occulto, perché mascherato da prestito ma badando alla sostanza, più che alla forma, i principi contabili internazionali esigono di dare visibilità agli impegni finanziari. Vedremo come sarà rappresentato l’obbligo di acquisto nel bilancio. Il problema è poi anche la finalità perché la funzione del debito finanziario è sostenere gli investimenti in ottica di lungo periodo, in concorrenza al capitale degli azionisti, mentre il debito commerciale serve a compensare la dilazione concessa sovente sulle vendite. Vendo un prodotto a un cliente che paga a 60 o 90 giorni e dunque pago le materie prime ai fornitori con analoga dilazione, per anticipare meno cassa. Nel caso di compravendita di cartellini (cioè beni patrimoniali) qual è la ratio di una dilazione, soprattutto pluriennale? Qualcuno si scandalizza per i due anni di prestito gratuito concessi dal Sassuolo alla Juventus, ma altri hanno acquistato giocatori con pagamento molto lungo: fino a 5 anni come l’Inter (Lukaku) e il Napoli (Osimhen) o 4 la Roma (Abraham). Dilazioni molto lunghe avvantaggiano i compratori.”
SERIE A – “Il debito aggregato della Serie A è cresciuto del 53% in 5 anni fino agli attuali 4,7 miliardi (150% del fatturato) ma i ricavi nello stesso periodo solo del 26%. All’interno di questo dato ci sono indebitamenti altissimi (Inter, Juventus, Roma) e casi più virtuosi tra cui Napoli, Milan, Atalanta, Torino. Il debito è essenzialmente un rinvio di spese al futuro, confidando nella crescita dei ricavi e dei flussi in entrata. La scommessa può rivelarsi assai rischiosa.”